Oslo. I murales di Picasso rimossi dal palazzo danneggiato da Breivik Alessandra Muglia Corriere della Sera 29/7/2020
Nemmeno l’intervento del Moma di New York è riuscito a far recedere il governo norvegese dal suo piano: demolire il «blocco Y», il palazzo ministeriale danneggiato nove anni fa dall’attentato di Anders Breivik e considerato un gioiello dell’arte «brutalista», quella che negli anni ‘60 ha introdotto l’estetica del «beton brut», il cemento a vista.
Prima di far arrivare le ruspe, ieri sono stati rimossi i due murales progettati da Pablo Picasso che ne impreziosivano la facciata e la hall: «I pescatori», tre uomini che trasportano il loro pescato e «Il gabbiano», raffigurato con le ali spiegate mentre divora un pesce. Ieri le due opere, del peso di 250 e 60 tonnellate ciascuna, sono state imbragate in enormi supporti metallici per essere rimosse e immagazzinate nelle vicinanze. Un’operazione delicata, portata a termine, a quanto risulta, senza danni, come temeva la figlia di Carl Nesjar, l’artista norvegese che ha realizzato le decorazioni su disegni del genio spagnolo. Lei, Gro Nesjar Greve, si era aggiunta al coro di voci contrarie all’operazione: «L’arte è il muro» aveva detto insistendo sull’inscindibilità dell’edificio e dell’opera, per cercare di scongiurarne lo spostamento.
Le proteste di questi mesi per salvare il «blocco Y» si inseriscono nel rinato interesse per uno stile bistrattato per anni come metafora del disagio sociale e rivalutato di recente (sui social è nata anche una campagna #sosbrutalismo) ma sono anche animate da un motivo politico: quell’edificio governativo — sostengono i detrattori del piano — deve restare proprio perché l’estremista di destra Breivik ha tentato di abbatterlo. Il 22 luglio 2011 fece esplodere una bomba nei dintorni prima di recarsi nell’isola di Utoya a fare la peggiore strage che il Paese abbia conosciuto, con 77 morti. Da allora il «blocco Y», così chiamato per la sua forma, non ospita più il ministero dell’Istruzione, è deserto. Avrebbe potuto essere ristrutturato, i danni non erano di grande entità, ma il governo della premier conservatrice Erna Solberg ha chiarito che la sua vicinanza a una galleria stradale lo esponeva ad attacchi: sarà sostituito da una costruzione moderna e più sicura. Il costo totale della rimozione delle opere d’arte e della demolizione è stimato in 59 milioni di corone, l’equivalente di 5,4 milioni di euro. Il progetto prevede di integrare i due murales in un nuovo edificio governativo che dovrebbe essere pronto nel 2025.
La speranza è che il nuovo palazzo diventi il simbolo della volontà di resistere alla violenza e all’odio e non quello del cedimento alla paura. |