Padova. Piazza Duomo e le notti alcoliche. «Non è solo un problema di polizia» Davide D’Attino Corriere del Veneto, Padova e Rovigo - 3/7/2020
Il parroco: «Qui è un disastro». Il questore: «Noi ci siamo ma c’è un senso di impunità». Ci risiamo. Ormai da un mese e mezzo, cioè da quando il centro storico di Padova è tornato ad animarsi di giovani e giovanissimi (anche e soprattutto di sera/notte) dopo il lungo periodo di «lockdown» a causa dell’emergenza coronavirus, sono puntualmente riemersi i problemi di sempre. In particolare nel lato di piazza dei Signori più vicino alla Torre dell’Orologio, in piazza Capitaniato, sulla scalinata della Loggia della Gran Guardia, in piazza Duomo e nelle stradine che corrono attorno al Palazzo Vescovile. Le scene, che pure negli ultimi giorni hanno trovato grande spazio sulle pagine di cronaca dei quotidiani, si ripetono identiche da parecchi anni. E soltanto in minima parte, è bene dirlo subito, vedono come protagonisti i clienti dei locali che si trovano nel «cuore» della città.
Il fenomeno, infatti, riguarda in primis diversi gruppi di ragazzini, tra cui molti «stranieri» di seconda generazione, che si portano birre, vino e superalcolici direttamente da casa (oppure li comprano nei tanti supermercati della zona aperti fino a tarda sera) per poi consumarli sul retro dell’Orologio piuttosto che sui gradini della Gran Guardia o sul sagrato del Duomo. Dopodiché, quando il tasso alcolemico è già bello alto, arrivano quasi sempre gli spacciatori, anche loro poco più che maggiorenni. E così, magari per qualche apprezzamento di troppo nei confronti di una bella ragazza o per un «banale» regolamento di conti tra pusher, la situazione è destinata a degenerare. «Mi spiace dirlo - allarga le braccia monsignor Maurizio Brasson, parroco del Duomo - Ma qui è un vero e proprio disastro, dove il senso civico e il rispetto della cosa pubblica o comunque altrui è completamente assente. Dalle finestre della mia canonica, ho assistito a più di qualche violenta scazzottata da parte di questi giovani, spesso giovanissimi, che si riempiono di alcol fino alle quattro di mattina e dopo lasciano per terra bottiglie, lattine e chiazze di vomito. Senza contare poi che la piazzetta che c’è dietro la chiesa è ormai diventata un orinatoio, per non dire di peggio, a cielo aperto. E tutto questo - si rammarica monsignor Brasson - avviene a due passi dal nostro Battistero, che abbiamo appena finito di restaurare in vista della candidatura di “Padova Urbs Picta” a patrimonio dell’Unesco».
Parole che il questore Isabella Fusiello, che proprio oggi incontrerà il sacerdote, non esita a rinforzare: «Su piazza Duomo abbiamo un problema non facilmente risolvibile. Ci troviamo infatti di fronte a una concentrazione di ragazzini che arrivano dalle periferie, si portano da bere intere casse di birra direttamente da casa e fanno i loro bisogni dove capita. Noi ci siamo e presidiamo la zona - scandisce il questore - Ma il nostro compito è occuparci dei reati. Qui, invece, c’è una questione di rispetto della cosa pubblica che coinvolge innanzitutto le famiglie e poi l’intervento di altri soggetti istituzionali, perché non tutto si può ridurre all’operato delle forze dell’ordine». Infine, Fusiello rincara: «Il nostro sforzo è costante, con 80-90 uomini che controllano ogni sera tutte le aree della città. Ma se noi arrestiamo uno spacciatore e il giorno dopo viene liberato, cosa possiamo fare? Questi soggetti, purtroppo, agiscono con un senso di impunità. E ogni volta che escono, si sentono più forti di prima». |