Se il mercato prende la strada per Roma Sara D'Ascenzo Corriere del Veneto, 6/9/2005
Il festival annunciato daVeltroni potrebbe preoccupare seriamente il Lido
Dalle parti della Capitale c'è molta attesa per la presentazione che il sindaco Walter Veltroni farà l'8 settembre del suo festival del Cinema di Roma, pronto a muovere i primi passi ufficiali già i primi dieci giorni dell'ottobre 2006. Veltroni, che la sera sarà già a Milano, arriverà al Lido giusto per l'incontro con cui qualche nodo sarà sciolto, dalle parti di Venezia, sulle reali intenzioni del sindaco da sempre innamorato del cinema. Qualche nodo ma non tutti, perché negli ambienti produttivi del cinema italiano l'attenzione riservata a questo «piccolo» festival è più corposa di quello che un semplice «festival dei festival», come molti si sono affrettati a definirlo, rappresenta. Una volta decollato, il festival di Roma potrebbe diventare la sede naturale del «mercato», quella parte di festival del Cinema che da sempre accompagna le giornate veneziane, anche se in maniera meno qualificata rispetto a quanto da sempre accade a Cannes. Ipotesi, certo. Nessuna conferma, se non caute ammissioni. Che sarebbero anche più pressanti in caso di vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni. Lo stesso direttore del festival veneziano, Marco Müller, qualche settimana fa, di fronte al budget consistente del festival romano (circa 6 milioni di euro) aveva espresso qualche perplessità sulla reale natura dell'evento. A complicare la questione è la posizione del neoministro Rocco Buttiglione, che tornerà al Lido proprio l'8, e che nei giorni scorsi non aveva lesinato posizioni altalenanti: prima invitando le varie realtà italiane a «fare sistema», poi dimostrandosi «tiepido» di fronte all'idea di trovare i fondi necessari (100 milioni di euro) al nuovo Palazzo del Cinema al Lido, infine dicendo sì a Roma a patto di non danneggiare Venezia. Di certo c'è che a Buttiglione sta a cuore il futuro di Cinecittà e teme che il nuovo Palazzo al Lido possa diventare una cattedrale nel deserto se non ci sarà un «sistema» dietro. Soprattutto perché le risorse dello Stato non sono infinite. E l'eventualità di trasferire il mercato a Roma potrebbe andare in quella direzione. Di certo si tratterà di scegliere: senza il nuovo Palazzo e con un festival di Roma «forte», il Lido non ha futuro. Né può averlo se qualcuno, invocando una regia e una «distribuzione» nel nome del fare sistema, toglie a Venezia di una parte importante e mai opportunamente sviluppata.
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