Roma. Di Liegro, il murale e gli ultimi Paolo Conti Corriere della Sera - Roma 26/5/2019
«Non si può amare senza condividere». Era una delle granitiche certezze su cui don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas romana e quindi di un essenziale capitolo nella storia della solidarietà contemporanea in questa nostra difficile città, edificò tutta la sua proficua vita. Amare e condividere. Voler bene sostenendo chi ci è vicino con ciò che si ha. Insomma, l’assoluta semplicità del bene. Infatti don Di Liegro sorride salutandoci da uno dei murales del museo di street art inaugurato ieri (grazie anche a Retake) lungo la pista ciclabile che circonda Torraccia, uno degli itinerari di questo tipo più lunghi d’Europa. Due notizie positive in una: l’arte di strada che accompagna lo sguardo di chi abbandona i motori e gira in bicicletta e il ricordo di un uomo impegnato fino all’ultimo respiro (e non è un modo di dire) nella ricerca di soluzioni per le tante marginalità che il tessuto socio-economico di Roma non riesce a ricucire, a sanare. Ci sono opere che riguardano la natura, il rispetto delle persone e in particolare della donna, lo sport, l’amore. C’è anche Di Liegro. Come ha detto il vicepresidente della fondazione che porta il suo nome, Pierciro Galeone, «don Luigi per tutta la vita ha combattuto contro i muri e le divisioni ma questo muro lo avrebbe amato». Ricco di colori, fantasia, messaggi. Ed è un muro condiviso tra tanti, proprio come non si stancava di ricordare sempre a tutti don Di Liegro. |