RESTAURI: L'Egizio svela dipinti segreti Maurizio Lupo Stampa Torino 01-SET-2005
La soprintendente: sono grandi medaglioni circolari, forse dell'800
Un ciclo di dipinti murari a tempera è riapparso sulle pareti di alcune sale del Museo Egizio, durante le opere di riqualificazione degli ambienti,e delle vetrine del percorso museale, promosse dalla «Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino», presieduta da Alain Elkann. «Si tratta - spiega Carlenrica Spantigati, Soprintendente ai Beni artistici - di alcuni grandi medaglioni circolari, dipinti nelle lunette al di sopra delle imposte della volta. Sono apparsi sotto strati di pittura, nelle sale 1 e 2 del Museo. Raffigurano busti di profilo, circondati sui bordi da scritte ancora indecifrate. Ritengo siano opere ottocentesche, che potrebbero legarsi a una delle fasi importanti degli allestimenti storici del Museo». «E' un ritrovamento - sottolinea Mario Turetta, direttore regionale ai Beni culturali - che recupera una pagina ignota nella storia del palazzo. Il cantiere ha avuto inizio nel corso dell'estate. E' il primo degli interventi che la Fondazione Crt e la Compagnia di San Paolo finanzieranno per valorizzare alcuni musei, in vista delle Olimpiadi. I lavori sono stati avviati, in accordo con Marina Sapelli Ragni, Soprintendente reggente del Museo, a seguito di una convenzione con la Compagnia di San Paolo, per restaurare alcune sale e riqualificare le vetrine, in attesa anche dell'imminente conferimento del Museo dallo Stato alla "Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino"». Quando vi sarà il passaggio di consegne? «Il ministro ai Beni Culturali Rocco Buttiglione ci farà visita nel primo autunno - rende noto Alain Elkann - e l'occasione ci permetterà di fare il punto. Intanto posso dire che sono entusiasta dei lavori che vedo compiere. Il Museo quest'estate non è andato in vacanza. Non ha perso tempo.
E' in piena attività. A ferragosto ha raddoppiato i visitatori. Le sue sale sono una fucina di opere. Le audioguide multilingue sono già operative. Si stanno rifacendo le didascalie. Il pubblico che si è lamentato per la chiusura di alcune sale sappia che ne apriamo altre. La sala 1, dove sono stati ritrovati alcuni dei medaglioni dipinti, sarà presto riaperta, dopo otto anni di chiusura. Si provvede anche a riqualificare la conservazione dei papiri. Entro la metà di ottobre i cantieri in corso saranno compiuti, senza mai chiudere il Museo». Elkann già guarda agli impegni successivi: «Faremo in modo che l'Egizio possa fare la figura che merita dinanzi al pubblico olimpico. Poi ci dedicheremo al progetto che lo amplierà nei locali oggi occupati dalla Galleria Sabauda e nei sotterranei della chiesa di San Filippo. Il comitato scientifico, guidato dall'egittologa Edda Bresciani, ha giudicato ideali gli spazi che si renderanno disponibili. Vi è grande fermento, soprattutto noto un ottimo gioco di squadra, nel quale sono compartecipi Regione, Comune, Provincia, Soprintendenze e Fondazioni ex bancarie, come mai finora si è visto in Italia». I risultati si vedono. I cantieri, guidati dal direttore della Soprintendenza Valerio Corino, procedono a ritmo serrato. La sala 6, che ospita i celebri ritratti del Fayyum, è già un esempio di lavoro finito, come la «Tomba di ignoti» e la sala 3, dove sono affiorate tracce di altri cicli pittorici. Sono candide, con le vetrine storiche nette, riportate alle loro lignee tinte originali.
Mentre le sale 1 e 2, che accolgono rispettivamente le steli e le «mummie delle tre sorelle», sorprenderanno il pubblico con le loro novità. Qui i saggi voluti con determinazione dal Soprintendente ai Beni architettonici Francesco Pernice hanno permesso ai restauratori di Raffaele Tomaiolo di ritrovare otto medaglioni dipinti sulle pareti. Qui Luigi Vigna, responsabile del laboratorio di restauro del Museo, ha avviato interventi conservativi mirati su 100 metri lineari di «papiri dei morti». Da decenni attendevano cure, che prevedono anche sostituzione dei vetri, dei supporti e il restauro delle cornici che li racchiudono.
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