Dolomiti sito dell'Unesco, pronta la richiesta IL GAZZETTINO 30-AGO-2005
Belluno Con il piano di gestione è stato messo l'ultimo tassello alla candidatura delle Dolomiti a 41. 6ito Unesco italiano. Ieri è stato inviato a tutti i Comuni delle Province interessate: Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone. Avranno otto giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni. Unico Comune bellunese che ha espresso ufficialmente il suo no all'ingresso nell'Unesco, è quello di Vodo di Cadore, area nella quale ricadono in parte gioielli del calibro del Pelmo e dell'Antelao. Il dissenso è stato superato alzando la perimetrazione a quota 1600 metri, ovvero laddove scatta il vincolo della legge Galasso che sottrae il territorio a ogni forma urbanistica. Entro il 20 settembre, unitamente al dossier che identifica le aree da dichiarare patrimonio dell'umanità, il piano di gestione dovrà partire per Parigi, dove ha sede la Commissione che valuterà la candidatura. Il verdetto, qualora la valutazione fosse positiva, è atteso per l'inizio del 2007. Nel frattempo, sulle Dolomiti, giungeranno i commissari per osservare in presa diretta le leggendarie guglie di dolomia. Nella perimetrazione rientrano oltre ai Parchi naturali, perle quali le Tre Cime, i Cadmi di Misurina, il Pramper, il Bosco Nero, le sorgenti del Piave, le Pale di San Lucano, il Pelmo, l'Antelao, la Civetta, il Sorapis e altre vette di un arco alpino che già in passato aveva tentato di entrare in blocco nel prestigioso albo Unesco. Poi la proposta era naufragata nelle difficoltà legate alla necessità di un'azione transfrontaliera. Oggi la proposta ritorna alla ribalta, chiamando le Dolomiti a fare da apripista con l'obiettivo di arrivare a proteggere tutte le Alpi. Con le isole Eolie, uniche a essere inserite nell'olimpo di ciò che l'umanità si impegna a conservare e tramandare alle generazioni future, i Monti Pallidi si apprestano a essere il secondo sottoposto a tutela per motivi "naturali". Tutti gli altri lo sono per motivi "culturali". Ultima in ordine di tempo è la città di Siracusa, l'altra candidatura italiana assieme alle Dolomiti. Irma Visalli, consigliere provinciale delegato a seguire i lavori di coordinamento del progetto (Belluno ha infatti la maggior quota di territorio interessato alla protezione Unesco), spiega come il piano non vada ad aggiungere altri vincoli rispetto a quelli già esistenti. Non da prescrizioni di alcun genere ma fissa tre filoni sui quali agire unitariamente: conservazione, promozione, formazione. Fermo restando che ogni Provincia e Comune continuerà ad avere piena autonomia. «Nel dicembre scorso - afferma la Visalli - il ministero dei Beni culturali ci ha interpellato per chiedere se fossimo interessati a procedere per candidare le Dolomiti. La proposta era nata già diversi anni prima quando era stato presentato il progetto di tutelare tutto l'arco alpino. L'Unesco disse di no, ritenendo l'area troppo vasta. Ora si riparte dalle Dolomiti. Si tratta di un lavoro immenso che siamo riusciti a svolgere in pochi mesi, cercando sempre di trovare un equilibrio con le esigenze di tutti i soggetti interessati. Stiamo tentando di rispettare tutte le posizioni». Ma la battaglia si è consumata anche contro i timori che con l'ingresso nella galassia Unesco potessero aggiungersi nuovi vincoli di ordine ambientale. «In realtà - conclude la Visalli - l'Unesco non aggiunge alcun altro vincolo, prende atto solo di quelli esistenti, perché tutte le aree prese in considerazione sono già sottoposte a forme di tutela. È bene anche evidenziare come questo progetto abbiamo aperto una canale per affrontare l'importante questione della gestione delle aree vincolate». Lauredana Marsiglia
|