Muore in un incidente l’archeologo Pecorella durante gli scavi a Tell Barri in Siria Umberto Pappalardo 30/08/2005 Il Mattino
Un tragico incidente ha privato il mondo dell’archeologia di un suo appassionato esponente: ieri mattina è morto nel suo scavo in Siria l’archeologo Paolo Emilio Pecorella. Napoletano, 69 anni - ne avrebbe compiuti 70 il 1 dicembre prossimo -, Pecorella è deceduto in seguito a una caduta avvenuta negli scavi archeologici da lui diretti a Tell Barri, in Siria nord-orientale. Pare che lo studioso, salito in cima ad una collina per effettuare delle fotografie, abbia perso l’equilibrio girandosi per cambiare un obiettivo, precipitando così da un’altezza di diciassette metri in una delle aree di scavo. Si tratta, purtroppo, di un incidente professionale, tipico di quell’archeologia militante e di avventura che si svolge soprattutto nel Medio Oriente.
Anni fa la stessa sorte capitò in Grecia a uno dei massimi studiosi della civiltà minoica, Spyridon Marinatos, che trovò la morte cadendo nel suo scavo di Akrotiri, detta la «Pompei minoica», sull’isola di Creta.
Pecorella, ordinario di Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente Antico all’Università di Firenze, era un esperto delle civiltà dell’Anatolia e della Siria orientale comprese tra il II ed il I millennio prima di Cristo. Dal 1980 dirigeva la missione archeologica italiana a Tell Barri, responsabilità che condivideva con l’archeologa napoletana Raffaella Pierobon Benoit, dell’Università Federico II.
«La scomparsa di Pecorella è per noi una tragedia umana e professionale», ha detto la preside della Facoltà di Lettere dell’università di Firenze, Franca Pecchioli, avvertita da una collega che era con Pecorella al momento del drammatico incidente. Il sito di Tell Barri, vicino ad Al Hasakeh, a 700 chilometri a nord di Damasco, è il nome attuale dell’antica città di Kahat. Qui, fin dal 1997, venne alla luce un edificio del periodo neoassiro in mattoni crudi e pareti in origine decorate con stucchi dipinti. Sulla soglia era inciso un solenne testo in caratteri cuneiformi, oggi al Museo di Aleppo: «Palazzo di Tukulti-Ninurta, re dell’universo, re del paese di Assur... soglia del palazzo di Kahat». Gli scavi di Pecorella, per la loro grande importanza, erano condotti con i contributi del ministero degli Esteri italiano e del ministero della Ricerca Scientifica. Poco prima di morire, anche il direttore di orchesta Giuseppe Sinopoli, appassionato di archeologia medio-orientale, tenne al Teatro San Carlo di Napoli un concerto di beneficenza proprio per sostenere con il ricavato e con il suo onorario gli scavi di Tel-Barri. Sinopoli stesso stava per laurearsi in archeologia presso l’Università di Roma. Un destino comune: come Sinopoli è morto sul podio, così il suo amico Pecorella è deceduto sul campo, nello scavo da lui diretto. Cordoglio è stato espresso dalle autorità siriane: il vice ministro siriano della Cultura, Abdel-Razzaq Moaz, ha detto che è scomparso «uno dei migliori amici della Siria». Anche il capo del dipartimento archeologico di Al-Hasakeh, Abdel-Massieh Baghdo, ha espresso «profondo dolore» per la scomparsa dello studioso.
|