Ara Pacis: «Su piazza Augusto il Campidoglio è stato fermato» ROBERTO MORASSUT* CORRIERE DELLA SERA cronaca Roma 29-AGO-2005
La prossima apertura del Museo Ara Pacis offre l'occasione per alcune considerazioni chiarificatrici sulla storia del nuovo complesso e sul ricorrente tema dei poteri istituzionali e amministrativi della Capitale nei confronti dello Stato centrale. La giunta Veltroni, insediata a metà del 2001, affrontò immediatamente il tema del nuovo complesso Ara Pacis, già affidato a Richard Meier dal sindaco Rutelli, con una visione complessiva e urbanistica che la legava a piazza Augusto Imperatore. Il nuovo piano regolatore, adottato a marzo 2003, prevede infatti un'ambito di valorizzazione unitario che lega indissolubilmente la nuova sistemazione architettonica dell'Ara Pacis con la piazza del mausoleo. È noto poi che Veltroni istituì una commissione comunale composta, tra gli altri, dal professor La Rocca della sovrintendenza comunale, dal professor La Regina della Soprintendenza archeologica e dal professor Martinez della Soprintendenza ai Beni architettonici, che in sei mesi produsse un documento di linee guida per un concorso internazionale ad inviti per urbanisti, archeologi e paesaggisti, per riorganizzare piazza Augusto Imperatore tenendo conto di tre elementi: il Tevere, il nuovo complesso museale, i portici degli anni '30. Quel documento, tuttora valido, fu però accantonato quando sotto il fuoco delle roventi polemiche dell'allora sottosegretario Vittorio Sgarbi il governo chiese al comune di istituire una nuova commissione di esperti - statale e comunale - a presiedere la quale fu chiamato il professor Leonardo Benevolo, nominato dal governo attraverso il ministro Urbani. Tale commissione dopo un lavoro di otto mesi (settembre 2002-giugno 2003) si chiuse con un nulla di fatto, concordando unicamente sulla opportunità di ricollegare l'Ara Pacis al fiume, interrando il lungotevere. Proprio quest'ultimo aspetto ha prodotto un progetto di finanza di cui lo stesso Corriere ha fornito ampia e corretta informazione. Il fallimento della commissione Benevolo induce nuovi argomenti di riflessione sul tema dei poteri della capitale. Il Comune era pronto per il concorso sulla piazza Augusto Imperatore dal 2002. Perché fu fermato? E con quale risultato? Fu fermato per le inopportune ingerenze di organi statali e senza nessun esito. Chi si presenta dunque al matrimonio con le scarpe di gomma? Non certo il Campidoglio, che tra mille ostacoli ha chiuso regolarmente le procedure, ha avviato il nuovo progeto di sottopasso per il lungotevere e dal 2002 è pronto a bandire un concorso di architettura per la piazza. Stato permettendo.
(*) Assessore all'Urbanistica del Comune di Roma
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