(Piemonte) La Chiesa mette in fila i suoi gioielli culturali. Patto con la Regione per censire il patrimonio immobiliare la Repubblica - cronaca Torino
Si vedrà li sono i beni da mettere sotto tutela e quelli bisognosi di restauri
UN ACCORDO per censire e verificare l'interesse culturale dei beni immobili di proprietà della chiesa in Piemonte. Il presidente della Conferenza episcopale piemontese, il cardinale Severino Poletto, e il Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte, Mario Turetta, hanno siglato ieri questa convenzione che fornisce le direttive applicative della precedente intesa tra il Ministero e la Cei, stipulato l'8 marzo, e costituisce il primo atto concreto per il censimento dell'immenso patrimonio immobiliare della chiesa. Infatti ogni curia dovrà fornire i dati relativi ad ogni sito di sua competenza in modo da verificare se sia di interesse culturale, o meno. In pratica, la Cei, d'accordo con il Ministero, fornisce ad ogni Curia un software nel quale inserire tutti i dati relativi ai beni immobiliari, dalle descrizioni cartacee alle fotografie. Per ogni sito, la Curia deve poi inviare al ministero una richiesta per la verifica dell'interesse culturale e, entro 120 giorni dalla consegna del materiale, la direzione Regionale del ministero invia dei tecnici per valutare le specificità di ogni edificio è stabilire se sia da porre sotto tutela. La catalogazione in Piemonte, partita già prima della stipulazione dell'accordo, dovrebbe procedere al ritmo massimo di 30 edifici al mese, tra chiese, monasteri ma anche semplici canoniche, istituti scolastici e complessi rurali di pertinenza degli edifici sacri. «In questo modo renderemo più snelle sia le procedure del ministero - commenta Mario Turetta – sia quelle della chiesa, che avrà un'idea più precisa di quelli che sono i beni architettonici». Quando la fase di censimento e catalogazione sarà completata, sarà infatti più agevole stabilire interventi per eventuali restauri di opere a rischio.
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