"Maimone! Maimone!". L'allarme di Santoni: minacciato il nostro patrimonio Sergio Atzeni L'UNIONE SARDA 29-AGO-2005
«E un grido di allarme che Vincenzo Santoni, soprintendente archeologico per le province di Cagliari e Oristano, lancia con il suo libro "Maimone! Maimone! Teoria e sociologia dell'organizzazione culturale" (Edizioni della Torre 185 pagine 20 euro). Una preoccupazione per nulla velata sulle difficoltà di proteggere il patrimonio archeologico isolano minacciato da più parti insieme alle millenarie credenze che sopravvivono ancora oggi e contraddistinguono la nostra cultura. Una scommessa sulle tradizioni autoctone che sono alla base della nostra nazione, quella di Santoni, con la ferma convinzione che possano creare un volano per incrementare l'economia della Sardegna e che costituiscano un secondo asso nella manica da giocare insieme al turismo delle coste. Santoni nella sua pubblicazione (ristampa che segue la prima edizione del 2003) inserisce atti di conferenze e convegni che descrivono il mondo archeologico sardo con particolare riguardo per quello nuragico e la sua cultura con tradizioni che si perpetuano ancora oggi a millenni di distanza. Ecco, per esempio, l'usanza che si perde nella notte dei tempi, in anni di siccità, d'immergere in acqua crani umani prelevati dai cimiteri per procurare la pioggia. Santoni sottolinea che di quella credenza fu testimone Francesco Alziator nel nuorese quando vide dei crani immersi in un abbeveratoio mentre un gruppo di fanciulli percorreva le strade del paese invocando la divinità o genio dell'acqua "Maimone" perché facesse piovere. Anche la tradizione dei pastori di offrire un agnello al collega che avesse perso il gregge per calamità o disgrazia sembra provenire dal periodo nuragico, come fa pensare la statuina bronzea che raffigura un offerente rinvenuta nel 1986 nel nuraghe santa Lulla. Nel libro ampio spazio è riservato alla tutela dei beni archeologici e alla loro valorizzazione, base principale per la fruizione da parte dei cittadini. «La tecnica di conservazione, la pianificazione territoriale e i progetti di fruizione - sottolinea Santoni - sono i fattori che portano al godimento pubblico dei beni e delle tradizioni millenarie». Proprio le prospettive della conservazione e del restauro archeologico sono il problema di maggior importanza che si sottolinea nella pubblicazione: Santoni evidenzia lo stato di malessere di rilevanti siti e monumenti, sia in zone in aperta campagna, sia in antichi insediamenti urbanizzati come Othoca (Santa Giusta) e Neapo-lis (Guspini). Numerosi gli spunti che Santoni inserisce nel libro e che riguardano le problematiche metodofogiche per gli interventi di salvaguardia dei beni archeologici mettendo in risalto il fattore di interesse scientifico e i risvolti economici che portano alla loro fruizione. "Maimone!, Maimone!" contiene anche un'interessante descrizione dei principali musei isolani e dei paesaggi archeologici dell'età nuragica sparsi un po' in tutta la Sardegna e visti dal punto di vista della loro conservazione e valorizzazione.
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