Per proteggere i nostri capolavori, dobbiamo mettere in mostra solo copie? 11-AGO-2005 GENTE
PRO E CONTRO È di pochi giorni fa l'ultimo sfregio ai gioielli del nostro Paese: un balordo si è arrampicato sulla statua di Nettuno di Piazza della Signoria, a Firenze, e cadendo ha distrutto la mano della statua
Solo l'autentico comunica. Le copie non sono l'opera. L'arte, dal paleolitico a oggi, è sempre scomparsa: è il suo destino, come lo è pure il nostro. Inutile illudersi, giusto conservare. Il che vuoi dire solo rallentare il declino naturale delle cose. Solo l'autentico fa godere, fa sentire, comunica. In Germania, in Francia o fra gli inglesi, se vi avvicinate troppo alla statua che sta in mezzo alla piazza una manina anziana sposterà la tendina dietro una finestra e l'occhio vigile della vecchietta vi accarezzerà la schiena. Siete sotto controllo. A Firenze, i camerieri che lavorano nei bar di Piazza della Signoria si dimenticano di ringraziare le statue sulla piazza, che sono la fortuna vera dell'attività turistica lucrosa che si svolge ogni giorno. Le statue, e l'hanno confessato più di una volta, sono offese. In Francia le statue dei re e dei santi si sfregiano solo durante la Revolution. Da noi le state sono res nullius e vengono maltrattate per cialtroneria, proprio come si moltiplicano sulle facciate della più bella architettura del mondo le pustole dei graffitisti. Non serve reprimere, è inutile. È ora di creare un'altra coscienza, quella che altrove si chiama civica. Per consentire alle statue di non andare in galera, mettendole sotto vetro, ma di invecchiare e sciogliersi lentamente nei meandri secolari della storia.
VITTORIO SGARBI, storico dell'arte, deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario ai Beni Culturali Ma sarebbe meglio una vigilanza fissa Io non sono contrario a esporre all'aperto copie delle opere d'arte invece degli originali, anzi: serve a difenderle dagli agenti atmosferici, dai furti e dai vandali. E in Italia lo si è fatto in molti casi che, per restare solo a Firenze, riguardano per esempio il David di Michelangelo, le sculture del campanile di Giotto, tutte quelle di Orsammichele. Però, deve trattarsi di copie assolutamente ben fatte, non orripilanti come quella del Marcaurelio, che sembra di cioccolata. Ma non è possibile farlo sempre: come si fa a mettere in Piazza Navona a Roma una copia della fontana del Bernini? Togli l'originale? È assurdo, e poi dove lo metti? Bisognerebbe affidare a una mente lucida (la mia, per esempio) un piano nazionale antivandalismo, all'interno del quale individuare una serie di piazze, che in Italia potrebbero essere più o meno una quarantina, da mettere sotto il costante controllo di una vigilanza fissa. Ci sono custodi fissi nelle sale più importanti di ogni museo? E allora bisogna rendersi conto che quelle piazze sono assolutamente simili alle stanze di un museo. Il problema è che non ci sono solo i cretini, i ladri, gli ubriachi che fanno vandalismi alle opere d'arte, d sono anche cattivi amministratori che gli danno una mano, non impedendogli di far danni con una vigilanza adeguata. a cura di Patrizia Rusconi
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