Arte a rischio: il Perseo divide Firenze Ennio Macconi NAZIONE Carlino GIORNO 10-AGO-2005
FIRENZE — Ci risiamo. Ogni volta che un capolavoro fiorentino viene ferito, e l'ultima volta, una settimana fa, è capitato al «Biancone» di Bartolomeo Ammannati (1575) in piazza della Signoria, si riaccende la diatriba. C'è chi invoca la sostituzione degli originali che arricchiscono le strade della città, per metterli al riparo nei musei, e piazzare al loro posto dei replicanti senz'anima; e c'è chi si oppone e difende l'unicità di Firenze, unica, appunto, anche se fragile, proprio per questa magìa di poter offrire sotto le sue stelle un Cellini, un Ammannati, le formelle di Della Robbia, le fontane del Tacca, i gruppi equestri del Giambologna di Cosimo e Francesco I de' Medici... Così, ora, il confronto, l'ultimo, è nato tra due «nomi» di tutto rispetto: la professoressa Mina Gregori, una delle più note storiche dell'arte italiana; e il professor Antonio Paoiucci, già ministro per i beni culturali (con Ciampi presidente del consiglio) e oggi soprintendente al polo museale fiorentino. La palla l'ha lanciata la professoressa Gregori, sulle pagine fiorentine de «La Nazione»: «Colgo l'occasione per lanciare un appello pressante: il Perseo del Cellini deve essere tolto al più presto dalla Loggia dei Lanzi, sistemato in un museo e sostituito con una copia». Secondo la Gregori «è assurdo che uno dei massimi capolavori al mondo rimanga esposto alle intemperie e ai vandali. E' una scelta che dobbiamo fare ora, perché di queste opere siamo responsabili anche di fronte ai secoli futuri». Un attimo appena e la risposta del professor Paoiucci non si è fatta attendere: «Solo l'idea che una città come Firenze diventi una Disneyland piena di cloni, mi fa accapponare la pelle». Insomma, come si vede Antonio Paoiucci non la pensa esattamente coma la professoressa Gregori. I vertici dell'arte fiorentina si dividono dunque, ma anche Firenze fa lo stesso: la città si spacca (come da tradizione!) anche su questo e c'è chi sbraita per i rischi che le statue e i capolavori all'aria corrono se non si spostano; e c'è chi invece non è disposto a toglierli per nulla al mondo. Aggiunge la professoressa Gregori: il problema è anche quello del poco rispetto che molti cittadini sembrano nutrire per l'Arte. Alle fontane del Tacca, in piazza Santissima Annunziata: «ci tengono legate le biciclette!». Riprende Paoiucci, ripartendo dal Perseo: dopo l'ultimo eccellente restauro, la statua sta benissimo ed è sottoposta a check up ogni sei mesi. Oltre tutto è guardato a vista 24 ore su 24 dai vigilantes. La sua base sì che soffriva troppo per le intemperie e per questo è stata sostituita. Dunque, dice Paolucci, non può esistere una regola fissa. E finché si può, si lascino gli originali al loro posto. |