Beni Culturali: Paolucci, Pericoloso Rifugiarsi Solo Nel Turismo (ASCA) (ASCA) Martedì 9 Agosto 2005, 14:59
(ASCA) - Firenze, 9 ago - ''Quello che sostiene la Frankfurter Allgemeine Zeitung e' preoccupante perche' e' vero'''. Cosi' il soprintendente al Polo museale fiorentino Antonio Paolucci risponde all'Asca, dopo l'articolo apparso sul giornale tedesco in cui si accusa l'Italia di ''essersi adagiata'' puntando solo sul proprio patrimonio storico- artistico. ''L'Italia - sottolinea Paolucci - e' un Paese in crisi, che perde i colpi, nella competizione, nella ricerca, nelle esportazioni e credo che questa idea di rifugiarsi nei beni culturali come nostra risorsa sia consolatoria da una parte ma pericolosa dall'altra perche' in un popolo di 60 milioni di cittadini non tutti possono diventare custodi di musei, restauratori, stilisti o modelli''. Un problema che coinvolge in primo luogo le citta' d'arte, e tra queste Firenze che, ricorda Paolucci, un tempo era una citta' ''plurale'' in cui c'erano industrie, editoria, edilizia, finanza, mentre oggi e' una ''citta' monoculturale in cui si vive solo di turismo culturale. La mia Soprintendenza, il Polo museale fiorentino, e' praticamente l'unica industria della citta', e questo e' un fatto abbastanza preoccupante. Il giorno in cui, per qualche ragione, non ci fosse piu' questo turismo, Firenze si troverebbe in ginocchio''. In questo senso rassicurano i dati sull'afflusso di visitatori nei musei statali fiorentini (+1,14 a luglio 2005 rispetto all'anno precedente secondo i dati della Soprintendenza) anche se ha fatto discutere il calo rilevato agli Uffizi (-11,5%). Un risultato negativo che pero' sembra non preoccupare Paolucci secondo cui e' dovuto al fatto che ''la gente si e' stancata di fare la coda'', preferendo indirizzarsi verso altri luoghi artistici. Una tendenza, secondo l'ex ministro, a ben guardare positiva perche' ''serve a distribuire in modo piu' equilibrato i flussi turistici all'interno dei musei cittadini''. Ma non e' possibile far si' che le code non ci siano? No, secondo Paolucci, perche' le code agli Uffizi sono ''fisiologiche'' e dovute principalmente alla legge 623 (''una norma tra le piu' severe in Europa'') che disciplina gli accessi ai luoghi pubblici e che, nel caso della galleria fiorentina, stabilisce un'affluenza massima contemporanea di 780 persone. ''D'altronde - conclude Paolucci - gli Uffizi sono un museo storico: non si possono allargare o tirare giu' i muri''.
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