Fondazione Magna Grecia senza sede né soldi Giuseppe Mazzarino 09/08/2005 La Gazzetta del mezzogiorno, Taranto
Parla Stazio, presidente Isamg: «noi siamo una risorsa, non un problema; se non ci vogliono siamo pronti ad andar via»
La Fondazione non parte, manca ancora una agibile sede temporanea
«Noi non siamo accattoni, e comunque, perché sia chiaro, non siamo a Taranto per chiedere qualcosa ma per offrire: per offrire intanto un convegno scientifico internazionale che è ormai fra i più longevi al mondo e che da 45 anni riunisce a Taranto i più importanti nomi dell'archeologia e delle scienze storiche; poi per offrire le altre attività dell'Istituto, didattiche, divulgative, di studio, di proposta culturale; e infine, ma non per importanza, per offrire agli studiosi, agli studenti ed ai cittadini interessati all'archeologia la possibilità di consultare i circa ventimila fra libri e fascicoli di riviste d'archeologia, in particolare ma non soltanto relativi alla Magna Grecia, alla colonizzazione ed alla civiltà greca. Noi siamo una risorsa, non un problema. Se qualcuno pensa che siamo un problema noi togliamo il disturbo». E' ben determinato Attilio Stazio, il presidente dell'Isamg, l'Istituto per la storia e l'archeologia della Magna Grecia, anima fin dalla prima edizione (1961), con Carlo Belli, Angelo Raffaele Cassano e Mario Costa, dei Convegni internazionali di studi sulla Magna Grecia, già direttore del Museo nazionale archeologico di Napoli, soprintendente alle Antichità per la Puglia e il Materano, docente universitario, autorità indiscussa nel campo della Numismatica. «Monete antiche», sottolinea, a scanso di equivoci. Perché di monete - meno che mai biglietti di banca - in corso all'Istituto se ne vedono poche. E l'Istituto, oltre a soffrire di una cronica ristrettezza di finanziamenti, rischia di perdere la sua attuale sede (ex emeroteca, nel Palazzo degli Uffici) per essere allocato «temporaneamente» (per un imprecisato numero di anni, forse, a voler essere ottimisti, una decina...) in esigue stanzette dove sì e no si possono stivare, in scatoloni impilati ed ovviamente senza possibilità di consultazione, i famosi ventimila volumi e fascicoli. Unica biblioteca - tra l'altro - per gli studenti dei corsi letterari e di Beni culturali decentrati a Taranto. Di trovare un'altra soluzione si parla alquanto, ma fatti concreti ce ne sono pochi. La Romagnoli, capofila dell'associazione temporanea di imprese che sta ristrutturando il Palazzo degli Uffici, non ne vuol sapere di mettere a disposizione dell'Isamg gli ampi locali (ben più ampi dei 150 metri quadri scarsi finora offerti) che occupa nel medesimo Palazzo con i suoi uffici di cantiere. E offerte alternative concrete finora non ne sono arrivate. Quanto poi ai contributi, siamo alla farsa. Tutti gli Enti locali proclamano grande attenzione e sensibilità nei confronti di Isamg e Convegni, ma al dunque fanno ben poco. Il Comune di Taranto ha bensì istituzionalizzato un contributo triennale di 50mila Euro annui per il triennio 2004/2006, ma non ha erogato finora (agosto 2005, il XLV Convegno prende il via il 21 settembre...) alcun contributo né per il 2004 né per il 2005. La Provincia non dà segni di vita, dal punto di vista dell'istituzionalizzazione, e neppure da quello dell'individuazione di una sede. Spiragli giungono dalla Regione, che è stata interessata dal vicepresidente del Consiglio regionale Mineo (staremo a vedere). Resta la Camera di Commercio, che ha lanciato l'idea della Fondazione. Dopo due anni, però, Comune e Provincia ancora non hanno formalizzato l'adesione. «Nel frattempo - spiega Stazio, questi sono i dati relativi alle ultime edizioni del Convegno. 2001, costo di 85mila Euro a fronte di 14mila Euro di contributi da parte degli Enti locali. 2002: 88mila contro 24mila, inclusi i contributi erogati dalla Regione Basilicata. 2003: 90mila contro 44mila, inclusi i contributi erogati dalla Regione Calabria. 2004: 90.261 contro 60mila. Insomma, le ultime quattro edizioni sono costate 353.261 Euro; gli Enti locali (compresi il contributo della Basilicata, che ha partecipato alle spese 2002, e quello della Calabria, che ha partecipato alle spese 2003) hanno erogato 142mila Euro. La differenza residua a carico dell'Istituto è di 211.261 Euro. Noi siamo una istituzione di alta cultura senza fini di lucro e senza risorse proprie, prestiamo la nostra opera in assoluta gratuità, e non possiamo più farci carico di simili cifre, che invece per le Pubbliche amministrazioni possono sembrare irrisorie». A queste cifre si aggiungono i 50mila Euro annui che il ministero per i Beni e le attività culturali eroga per il funzionamento dell'Istituto (dalle bollette al personale part-time ai rimborsi spese) e le cifre che l'Apt di Taranto destina autonomamente al Convegno per il fitto di sale, il personale distaccato, i trasporti eccetera. Di fronte ai numeri, possiamo allora cominciare a ragionare seriamente?
09/08/2005
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