POLEMICA: Buttiglione vuole gli Uffizi più cari Sonia Renzini 09/08/2005 L'Unità, Firenze
È polemica a Firenze sulla proposta del ministro dei Beni Culturali di rincarare il biglietto
Il soprintendente Paolucci: «Dico sì con dispiacere. Io vorrei che i musei fossero gratis»
È POLEMICA sull’aumento del biglietto agliUffizi proposto dal ministro ai beni culturali Rocco Buttiglione. «Per fare fronte alle misure di sicurezza imposte dalla situazione politica internazionale a fronte di fondi sempre più esigui», è la motivazione. Noncontento, a chi obietta che in questo modo la cultura diventa un fatto per pochi, risponde: «È anche un modo intelligente per evitare il degrado della struttura». Ma la proposta non entusiasma nessuno. A partire dal soprintendente al Polo museale fiorentino Antonio Paolucci che ammette: «Personalmente sarei contrario, preferirei che l’ingresso a uno dei più importanti musei italiani fosse gratis, come avviene per le biblioteche. Se l’ingresso deve essere più caro, lo sia,malo dico con rammarico». Dura la reazione della Regione. «Uffizi più cari? Ma non scherziamo - dice l’assessore regionale alla cultura Mariella Zoppi - hanno già il biglietto più caro di tutti i musei pubblici in Toscana. Se aumenta ancora tanto vale fare una selezione per censo». BIGLIETTO più caro agli Uffizi. E scoppia la polemica. La proposta del ministro dei Beni culturaliRoccoButtiglione di alzare il biglietto di ingresso alla galleria fiorentina famosa in tutto il mondo dà uno scossone energico alle giornate assonnate per la calura d’agosto. Per fare fronte alle misure di sicurezza imposte dalla situazione politica internazionale a fronte di fondi sempre più esigui è lamotivazione. Comese non bastasse il ministro si spinge oltre e avanza l’idea di una selezione naturale dei visitatori: «È un modo intelligente per evitare il degrado della struttura». Ma la verità è che la proposta non entusiasma nessuno. «Personalmente sarei contrario - dice il soprintendete al Polo museale fiorentino Antonio Paolucci - preferirei che l’ingresso a uno dei più importanti musei italiani fosse gratis, come avviene per le biblioteche. Del resto fino agli anni ‘70 l’ingresso ai musei è stato pressoché simbolico». Il problema è che dagli inizi degli anni ‘80 i prezzi dei musei sono prolificati. «Gli ingressi degli Uffizi e dell’Accademia a Firenze sono aumentati di 80 volte - racconta Paolucci - nessun servizio pubblico, che si tratti della luce, dei treni o delle poste è cresciuto così tanto in 15 anni. Questo vuole dire che siamo di fronte a una aderiva e che il museo è stato omologato a luogo di spettacolo. E infatti entrare agli Uffizi costa quanto andare al cinema ». Ma alla fine il soprintendente lascia uno spiraglio aperto alla proposta del ministro: «Se questa è la tendenza allora sia, si paghi. Malo dico con desolazione». Secca invece la reazione della Regione Toscana chiamata in ballo dal ministro per la valorizzazione del patrimonio artistico. «Ma non scherziamo - dice l’assessore regionale alla cultura Mariella Zoppi - gli Uffizi hanno già il biglietto più caro di tutti i musei pubblici della Regione. Se dovesse aumentare ancora tanto vale fare una selezione per censo. E in quanto a valorizzare il patrimonio artistico negli ultimi 2 anni la Regione ha già superato gli investimenti dello Stato». Oltre a valorizzare i propri beni la Regione ha chiesto da tempo la possibilità di subentrare nella gestione di musei e beni artistici. Ma l’accordo raggiunto tre anni fa con il ministero per la gestione di 10 musei archeologici è ancora un nulla di fatto. «Per i musei statali la Regione può intervenire solo se lo Stato lo permette - spiega Zoppi - e se questo fosse il caso ci opporremmo con tutte le nostre forze all’aumento del biglietto. Il ministro tra l’altro si contraddice perché da una parte parafrasa il Vangelo affermando che i musei sono un bene essenziale e che l’uomo vive di pane, ma anche di cultura e arte. E dall’altra non esita ad aumentarne il prezzo e a farne beni di consumo». Sul possibile prezzo finale c’è ancora incertezza, ma il soprintendente ipotizza: «Immagino che qualcuno proporrà di fare cifra tonda e portare il biglietto da 6.5 a 10 euro, ma mi sembra tanto. Anche se sono i prezzi d’Europa». Non di tutta in realtà, nel mondo anglosassone l’accesso ai musei è gratuito, ai visitatori è richiesta un’offerta libera. «Si tratta di una tradizione liberale che risale al ‘700 - precisa Paolucci - in quei musei è consuetudine fare un’offerta che spesso è superiore anche al possibile biglietto. Sarebbe bello che fosse così anche da noi. Personalmente vorrei che i musei fossero gratis e che mantenessero il ruolo per cui sono stati inventati: educare la gente, dare modelli. Ma nell’ultimo scorcio del secolo c’è stata un’accelerazione dei prezzi che è contemporanea a tutti i discorsi sull’economia della cultura ». Con il rischio di fare dei musei luoghi per pochi eletti. «Dirò le mie ragioni al ministro nelle sedi opportune - conclude Paolucci - ma capisco l’angoscia che si prova vedendo che i denari a disposizione sono inadeguati rispetto alle attese di un paese che ha un patrimonio come quello italiano».
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