Pontili mobili a Mergellina? PAOLA PEREZ 07/08/2005 Il Mattino
IL CASO
Come sciogliere il nodo dei pontili mobili a Mergellina? In una storia fatta di ricorsi al Tar, di lavori bloccati dalla Soprintendenza e di aspre polemiche tra i diversi soggetti che partecipano alla partita, chi sembra avere in mano le carte vincenti sono gli ormeggiatori abusivi. E non è un caso che il fenomeno della sosta selvaggia sul mare sia tornato a esplodere dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato lo stop all’installazione delle strutture galleggianti perché la loro esistenza potrebbe essere in contrasto con un futuro vincolo di tutela monumentale sul lungomare (l’iter della «blindatura» è stato avviato, la decisione definitiva arriverà per fine anno). «Nulla da dire sull’operato dei giudici - ha commentato il sindaco Rosa Iervolino - ma la loro ultima decisione avrà effetti devastanti sulla città». Effetti che già si vedono: la totale assenza di regole nella gestione degli ormeggi. Ennio Cascetta, assessore regionale ai trasporti, ha invitato le parti in causa a lasciar da parte i dissapori per cercare una soluzione «politica» che può anche passare attraverso la ricerca di un altro sito per i pontili mobili. «Se esistesse un’alternativa a Mergellina, l’avremmo già fatto - interviene Francesco Nerli, presidente dell’Autorità portuale - nella stazione marittima non si può, l’area è fin troppo congestionata. L’unica via d’uscita sono gli approdi turistici del futuro: Porto Fiorito, Bagnoli, Molosiglio. Per vederli realizzati, però, bisognerà aspettare almeno quattro anni. Dallo stallo non si esce se non si trova un punto d’incontro sulle strutture mobili. Noi siamo disponibili a trattare. A settembre convocheremo un tavolo e inviteremo Enrico Gugliemo, soprintendente per i beni ambientali e architettonici, a discutere con noi. Nella speranza che voglia farlo e non resti arroccato su posizioni che davvero non mi spiego». L’Autorità portuale ha deciso - per il momento - di soprassedere sulla battaglia legale e concentrarsi sul nuovo vincolo di tutela del lungomare proposto da Guglielmo e ora all’esame del direttore regionale Stefano De Caro. «Abbiamo inviato una serie di osservazioni - continua Nerli - per ”ammorbidire” un vincolo che, se restasse ”assoluto”, impedirebbe qualsiasi progetto di sviluppo tra largo Sermoneta e Castel dell’Ovo. Compreso il porto turistico del Molosiglio». La querelle prosegue nel merito e non nel metodo, precisa Nerli, con il chiaro intento di stemperare i toni. Ma se pure De Caro accettasse i «consigli» dell’Autorità portuale, il rischio di un nuovo scontro non sarebbe affatto scongiurato. La validità del nullaosta ai pontili concesso dalla soprintendenza termina a febbraio, e Gugliemo potrebbe essere intenzionato a non rinnovarlo. A quel punto non ci sarebbe scelta: rinunciare al progetto (ipotesi che Nerli non prende nemmeno in considerazione) o riaprire le ostilità con il soprintendente. «Se dovessimo arrivare a un punto di non ritorno - conclude il presidente dell’Autorità portuale - qualcuno dovrebbe chiamare in causa il ministero e chiedere ragione del comportamento di Guglielmo. L’iniziativa non partirà da noi. Deve partire da chi ha a cuore le sorti della città».
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