Berlusconi e la villa dei dieci condoni di Davide Madeddu / Olbia 04-08-2005 L'Unità
Tante le richieste di sanatoria per alcune opere realizzate all’interno di Villa Certosa Fino ad aprile a Porto Rotondo ha regnato l’off limits. Tre mesi fa l’ispezione dei magistrati
DIECI RICHIESTE DI CONDONO per villa Certosa, la casa per le vacanze sarde del premier. Una vagonata di soldi per chiudere una parentesi e cancellare gli effetti di eventuali abusi compiuti nella reggia, di proprietà della società “Idra immobiliare”, dove ilpresidente del Consiglio Silvio Berlusconi soggiorna e ama accogliere capi di Stato e amici famosi. Le domande di condono e le richieste di concessione in sanatoria riguardanti alcune opere realizzate all'interno della tenuta del premier sono finite nel fascicolo aperto dal pubblicoministero della procura di Tempio, Giovanni Porqueddu, che già un anno fa aveva aperto un’inchiesta per valutare l’esistenza di eventuali abusi edilizi compiuti nell’area diVilla Certosa. Gli atti, inizialmente secretati in virtù del segreto di Stato apposto per motivi di sicurezza nazionale e per garantire l’incolumità del presidente del Consiglio, sono poi statimessi a disposizione dei magistrati di Tempio Pausania dagli avvocati del premier. A far scoppiare la polemica, un anno fa, la realizzazione di un approdo amare coperto proprio sotto la villa. Struttura risultata poi autorizzata e giustificata con la necessità di dare una via d’accesso e di fuga sicure alla struttura di Villa Certosa. Quest’opera, assieme ad altri lavori e strutture realizzate all’interno dell’area, ha fatto scoppiare la polemica e soprattutto spinto i parlamentari a presentare una serie di interrogazioni mentre le associazioni ambientaliste hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica per accertare quanto stesse accadendo nel parco di Villa Certosa. Risultato? Le opere sono state coperte dal segreto di Stato mentre la navigazione nello specchio d’acqua antistante la residenza estiva è stata interdetta anche ai parlamentari. Il segreto di Stato ha di fatto impedito, circa un anno fa, l’ingresso del pubblicoministero aVilla Certosa. L’impossibilità di procedere ad un’ispezione ha spinto la procura della repubblica di Tempio a presentare ricorso alla Corte Costituzionale per un conflitto tra i poteri dello Stato. Il resto è cronaca dei mesi scorsi, giusto prima delle elezioni amministrative di maggio, il via libera ministeriale e l’ingresso dei magistrati e di altri ispettori all’interno del Parco di Villa Certosa. Tra questi anche il funzionario regionale del settore Beni culturali responsabile poi dell’eventuale via libera alle richieste di condono. Sull’esito delle varie richieste presentate su Villa Certosa non c’è almomento nulla di scontato. Questa è anche l’opinione all’interno dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, la struttura regionale che dovrebbe esprimere un parere per l’eventuale provvedimento di condono assieme al Comunedi Olbia. «La regione sarda non ha recepito la norma nazionale del condono - fa sapere Francesco Carboni, parlamentare diessino e autore di numerose interrogazioni proprio suVilla Certosa - e quindi eventuali nullaosta devono passare per la regione». Non è comunque tutto. Le polemiche sulla villa che in passato ha ospitato il premier russo Vladimir Putin, quello spagnolo e altri amici del cavaliere non finiscono qui. «Questa è la riprova e la conferma di due cose - aggiunge ancora Carboni - e cioè che le nostre accuse non erano infondate e poi di un uso personale dello Stato da parte del cavaliere ». Cioè? «È palese - conclude Carboni -, siamo in un conflitto di interessi permanente, che mette assieme leggi per il condono edilizio con altre come la Salvapreviti e altre ancora, continuando con i diritti per Mediaset. Conflitto di interessi che inizia con villa Certosa ma va molto oltre».
|