SICILIA: Pericoli di cementificazione per la Riserva dello Stagnone» A. P. www.lasicilia.it, 05/08/2005
Anche Rifondazione Comunista lancia il suo grido d'allarme sui paventati pericoli che incomberebbero sulla Riserva naturale dello Stagnone. E lo fa con un'interrogazione a firma del capogruppo all'Ars Francesco Forgione. «E' gravissimo - scrive - che si compiano interventi di cementificazione in un paradiso naturale come lo Stagnone. I vincoli rigorosi della legge non possono essere aggirati da un'ordinanza che modifica la destinazione d'uso di immobili esistenti. Il sindaco, infatti, deve guardare agli interessi generali dell'ambiente e alla sua tutela come elemento di valorizzazione del territorio e non ad interessi privati». Il progetto «pietra dello scandalo» è quello relativo alla ristrutturazione di vecchi immobili da tempo in rovina e adesso trasformati in struttura turistica (ristorante e piccolo albergo) da Giacomo D'Alì Staiti. Quest'ultimo aveva spiegato come la Provincia e la Sovrintendenza avevano dato le autorizzazioni e che il resort è stato realizzato nel rispetto assoluto dell'ambiente. «Abbiamo il sospetto - prosegue Forgione - che tutto ciò, assieme alla costruzione del bacino sud dello Stagnone, apra un varco per il saccheggio speculativo dell'area. Chiediamo agli assessorati regionali Territorio e beni culturali un intervento per verificare il rispetto della cubatura in relazione alle strutture esistenti, la conformità delle opere e della concessione alla legge, oltre che di attivarsi presso la Sovrintendenza di Trapani al fine di verificare il tipo di vigilanza in quella area». Poi, fa riferimento alle «duemila firme raccolte dalle associazioni ambientaliste». Ma un rappresentante di queste ultime è in quel comitato tecnico-scientifico della Provincia che ha dato parere favorevole al progetto.
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