SICILIA: Sequestro di beni archeologici a Trecastagni - Preziosi reperti in casa di un professionista 30 LUGLIO 2005 WWW.LASICILIA.IT
Dodici preziosissimi reperti, quasi tutti risalenti all'epoca greco-classica (VI e V secolo avanti Cristo) sono stati sequestrati dai militari della Guardia di finanza di Acireale, nell'appartamento di un professionista catanese residente a Trecastagni. Si tratta di pezzi di alto interesse archeologico detenuti in violazione della vigente normativa in materia di beni artistici e culturali. Per questo motivo il professionista è stato denunciato a piede libero. Il materiale sequestrato negli scorsi giorni è già stato sottoposto all'esame degli esperti della Soprintendenza ai Beni ambientali e culturali di Catania, che li ha definiti «di ragguardevole valore». Si tratta per lo più di coppe e lucerne. Alcuni pezzi, in ottimo stato di conservazione, proverrebbero dal mercato clandestino dei reperti archeologici, molto esteso in Sicilia. L'attività della guardia di Finanza, che fa capo allo speciale nucleo regionale per la tutela del patrimonio culturale, si inquadra nell'ambito delle iniziative volte al recupero del patrimonio artistico ed archeologico nazionale che purtroppo è da sempre al centro degli interessi di un florido mercato clandestino, attorno al quale rotea un vertiginoso giro d'affari. Il sequestro di Trecastagni è avvenuto nel corso di una perquisizione «mirata». Quasi tutti i reperti sequestrati, come detto, risalgono a un periodo compreso tra il VI e il V secolo a. C., fatta eccezione di una lucerna a disco chiuso, particolarmente bella e ben conservata, con una conchiglia impressa, di produzione asiatica databile in epoca compresa tra il III e il II secolo a. C. Nel marzo scorso, dopo un pregevole lavoro compiuto dal nucleo di tutela del patrimonio culturale dei carabinieri, sono venuti fuori impressionanti numeri su quanto gira attorno al mercato dei reperti archeologici. E non c'è da meravigliarsi, dato che persone facoltose di fronte a un buon pezzo sono disposte a pagare cifre da capogiro. È venuto fuori, tra l'altro, che 70% degli oggetti sequestrati, generalmente costituito da monete, piccoli oggetti fittili bronzei, in seguito degli esami fatti dal personale della Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali, in genere risulta essere materiale falso (ma non è il caso dei reperti sequestrati a Trecastagni).
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