Venezia. Curia, un piano per le chiese vuote. «Fondi per i restauri, è emergenza» E. Lor. Corriere del Veneto 6/4/2017
Assemblea dei Comitati privati, è rottura con l’Unesco: costi alti
VENEZIA. Troppe chiese in città rispetto alle attuali esigenze di culto dei residenti e troppo pochi fondi per garantirne la conservazione. L’allarme viene dalle parole del patriarca Francesco Moraglia pronunciate ieri a palazzo Ducale in occasione dell’apertura dei lavori dell’Assemblea Generale dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia. «A Venezia vi sono problemi conservativi urgenti che riguardano molte chiese e il loro numero, un centinaio in città e oltre 200 nell’intera diocesi. Richiede di riflettere su una razionalizzazione del loro ruolo liturgico e pastorale, spesso anche a fronte dell’innegabile flessione demografica – ha spiegato Moraglia - Sarà quindi necessario individuare gli edifici che non rispondono più a specifici bisogni pastorali ed è compito della Chiesa locale individuare soluzioni e proposte per rendere utili, ad esempio in ambito culturale e caritativo, alla stessa collettività quei luoghi, senza far perdere mai la loro dimensione simbolica in nome di un funzionalismo o polivalenza che non solo li impoverisce ma addirittura li snatura». Campanili pericolanti, vetrate e tele danneggiate, pavimenti e marmi sgretolati dalla salsedine. Ma di fondi per proteggere il patrimonio ce ne sono sempre meno. «Anche alcuni strumenti fiscali, lo rileviamo con rammarico, spesso non sono applicabili al patrimonio ecclesiastico che, seppur di fruizione pubblica, viene considerato proprietà privata e quindi escluso dai benefici fiscali che molto gioverebbero ai fini della sua salvaguardia – aggiunge il patriarca – In tale contesto il generoso supporto dei Comitati privati è non solo molto prezioso ma anche decisivo».
Proprio il mecenatismo culturale e la fiscalità sono il tema del convegno in programma nel pomeriggio a palazzo Ducale organizzato dai Comitati privati che compiono cinquant’anni di attività. Vi fanno parte 23 associazioni di 11 paesi diversi che in mezzo secolo hanno realizzato un migliaio di progetti per la salvaguardia della città tra restauri di manufatti storico artistici, progetti didattici, pubblicazione di libri. Per l’80 per cento dei casi hanno riguardato beni ecclesiastici. Nel 2016 sono stati conclusi 43 progetti di restauro e al momento ce ne sono 60 in corso. L’investimento lo scorso anno è stato di 3,5 milioni di euro, quest’anno sarà di 5 milioni. Tra gli interventi di quest’anno ci sono il crocifisso della chiesa di San Zaccaria, il restauro in corso nell’ ex Palazzo Reale, restauri di alcune tele del Tintoretto, l’avvio dei lavori nella Tesa 113 dell’Arsenale. Ed è di ieri l’annuncio della firma di un accordo tra Comitati Privati e Ministero dei Beni Culturali il quale si impegna a fornire ai primi il supporto tecnico diretto necessario per realizzare gli interventi di salvaguardia. Finora a fare da intermediario ci pensava l’Unesco chiedendo un riconoscimento economico per il ruolo divenuto troppo alto. E qui è nato lo strappo tra i due. Tanto che ieri, dopo l’introduzione della padrona di casa, la soprintendente Emanuela Carpani, e i saluti del presidente dei Comitati Umberto del Majno, il vicepresidente dei Comitati Giorgio Zeli ha detto: «La collaborazione con l’Unesco, nostro genitore e partner principale ci mette in difficoltà e ha generato una fase di stallo per via dalle richieste così esose che non ci permettono più di proseguire, l’auspicio per il futuro è di trovare una strada praticabile». Uno strappo che il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni si è subito offerta di ricucire. «Mi offro come mediatrice di pace, vorrei avviare una serie di contatti perché il nodo dei rapporti non facili tra Comitati e Unesco si possa sciogliere in modo, al prossimo incontro, di vedere seduto al tavolo anche un membro dell’Unesco». Infine è intervenuta la vicesindaco Luciana Colle. «In un’ottica di riduzione progressiva di trasferimenti della legge speciale è sempre più fondamentale il coinvolgimento dei privati – ha detto Colle – Le risorse che con difficoltà recuperate e mettete a favore della città sono una chiara dimostrazione dell’amore che ci lega a Venezia. Grazie anche a voi Venezia può ripartire».
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