Pisa, le lettere di Mussolini, Mazzini e Garibaldi abbandonate in un'autorimessa: ora sono salve 23 febbraio 2017 LA REPUBBLICA
Giacevano dimenticate da più di sei anni in un'autorimessa, abbandonate al loro destino. Migliaia di lettere e documenti che portano la firma di Giuseppe Mazzini, Benito Mussolini e Giuseppe Garibaldi, sono state messe in salvo e torneranno ora alla luce, consultabili da storici e studiosi all’interno di una sala del Palazzo della Canonica, in Piazza dei Cavalieri a Pisa, dedicata appositamente alla loro conservazione e valorizzazione. Il recupero è avvenuto grazie a un accordo tra la Scuola Normale, la direzione generale Archivi del Mibact e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. La denuncia era partita da Gino Famiglietti, direttore archivi del ministero dei Beni Culturali. Secondo Famiglietti, "le lettere di Mazzini, Mussolini e Garibaldi sono state esposte a lungo ai gas di scarico degli automezzi" in un garage dell'azienda di traslochi che aveva curato lo spostamento dei documenti dal deposito dell'università di Pisa, dove erano stati trasferiti per consentire il restauro della Domus Mazziniana per i 150 anni dell'unità d'Italia. Fanno parte dell'archivio anche scritti di Giosafatte Baroni, Alessandro Belli, Andrea Giulio Belloni, Alfredo Bottai, Vincenzo Brusco e Lina Brusco, Gustavo Chiesi, Giuseppe Dolfi, Raffaele Foa, Arcangelo Ghisleri, Augusto Mancini, Carlo Mileti, famiglia Nathan, Vittorio Parmentola, Filippo Spatafora, Ezio Tongiorgi, Aglauro Ungherini, Mario Vinciguerra e Oliviero Zuccarini.
|