Boboli e ville Medicee affitti a prezzi stracciati Soprintendenza nei guai LUCA SERRANÒ 24 gennaio 2017 LA REPUBBLICA
PRESTIGIOSI appartamenti a Boboli e Palazzo Pitti, oppure nelle ville medicee della Petraia e di Poggio a Caiano. Tutti affittati a prezzi stracciati a dipendenti della Soprintendenza, loro familiari e in alcuni casi persino eredi. L'ennesima, clamorosa vicenda di spreco di risorse pubbliche, di privilegi rimasti inalterati nonostante la crisi, viene scoperchiata da un'inchiesta della procura della Corte dei conti della Toscana.
L'inchiesta, partita da alcuni articoli di stampa pubblicati nel 2010, è entrata nel vivo alcuni giorni fa, quando gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno notificato due inviti a dedurre all'ex soprintendente — dal 2009 al 2016 — ai beni architettonici di Firenze, Alessandra Marino, e alla funzionaria Fulvia Zeuli: per la procura contabile entrambe devono rispondere di un presunto, maxi danno erariale da circa 2,8 milioni di euro, equivalente ai canoni che sarebbero stati incassati affittando gli immobili a prezzi di mercato. Settanta gli appartamenti finiti al centro dei controlli, tutti di proprietà dello Stato ed in consegna alla Soprintendenza. Le contestazioni riguardano il solo periodo tra il 2012 e il marzo 2016 (i danni precedenti sono stati considerati prescritti), anni in cui secondo le accuse le due funzionarie non si sarebbero adoperate per mettere fine alle irregolarità, nonostante una direttiva del ministero delle Finanze e soprattutto la specifica richiesta di aggiornare i canoni fatta dal ministero al termine di un'ispezione effettuata nel 2010. Le funzionarie avranno ora tempo di presentare le proprie controdeduzioni, per evitare la citazione in giudizio e il rischio di un risarcimento milionario.
Nell'elenco degli appartamenti dati in affitto compaiono immobili di assoluto pregio, molti dei quali nel giardino di Boboli e quindi raggiungibili dai comuni cittadini solo negli orari stabiliti e pagando sette euro di biglietto.
Tra i casi più clamorosi un appartamento in piazza Pitti di 130 metri quadrati affittato a 335 euro al mese contro un valore di mercato di 1.700, e una residenza a Porta Romana di 320 metri quadrati affittata a 800 euro contro un valore stimato in di 2.400 euro. Si legge nell'atto di citazione: «Si tratta nella maggioranza dei casi,di alloggi non di servizio (...) come più volte precisato dalla stessa Soprintendenza di Firenze in documenti agli stessi riferibili, e come tali sottoposti, quindi, al regime di concessione di libero mercato ». E ancora: «Si rammenta che al termine della visita ispettiva effettuata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (...) hanno rilevato la mancata determinazione e il mancato aggiornamento annuale dei canoni di concessione degli immobili pubblici, nonché l'irregolare assegnazione di alloggi demaniali a personale dell'amministrazione collocato a riposo ovvero a loro eredi».
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