BARI-Pressing di Decaro sul ministro: "Ci ripensi sul parco del castello" FRANCESCA RUSSI Repubblica-Bari, 15/04/2016
Il sindaco torna alla carica dopo il no del dicastero di Graziano Del Rio alla cessione dell'area demaniale al Comune per farci un giardino. Il Provveditorato vuole realizzare un parcheggio per i dipendenti
La prima cosa che ha fatto Antonio Decaro è stata mandare un messaggio al ministro Graziano Del Rio. Così il sindaco di Bari non molla il pressing nei confronti del titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti per cercare di portare a casa il risultato sul Parco del Castello. La richiesta ufficiale, presentata dal primo cittadino, di cedere all’amministrazione comunale il giardino sul lungomare De Tullio, di fronte al castello Svevo, all’interno dell’area in uso al Provveditorato alle Opere pubbliche, ha ottenuto un secco no dal Ministero. Con una nota a firma del capo di gabinetto di Del Rio Roma ha liquidato la questione: «Le segnalo che il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche ha espresso il proprio sfavorevole avviso in merito». Ma il sindaco non si dà per vinto. «Il 21 aprile incontrerò il ministro: lo convincerò».
La notizia è stata una doccia fredda per il comitato Parco del Castello, composto da cittadini e associazioni, che si batte per rendere fruibile quel giardino recintato sul lungomare di Bari vecchia dove i bambini non hanno neanche un po’ di verde per giocare. Per di più quell’area, dove sono in corso i lavori di realizzazione di una palazzina di tre piani per ospitare i nuovi uffici del Provveditorato, sarà destinata a parcheggio per i dipendenti. «Ma noi non abbiamo intenzione di arrenderci» fa sapere l’architetto Arturo Cucciolla, uno dei componenti del comitato. Così se la politica, almeno quella romana, continua a rimanere sorda, i cittadini puntano sulla magistratura. È stata fissata ad ottobre l’udienza davanti al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar per chiedere l'annullamento di tutti gli atti amministrativi, perché ritenuti illegittimi, di costruzione di quella palazzina in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico.
E non è l’unico fronte giudiziario. La procura di Bari, che ha iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di concorso in abuso d'ufficio tre funzionari della Sovrintendenza per aver certificato nel 2010, al momento della conferenza dei servizi per il rilascio dell'autorizzazione a costruire il nuovo edificio a tre piani sul lungomare, l'assenza di vincoli paesaggisti, ha fatto richiesta di archiviazione. Ma il comitato ha presentato opposizione all’archiviazione.
«La procura ha ritenuto che, per quanto censurabile, il comportamento dello Sovrintendenza accusata di trascuratezza non integri ipotesi di reato – spiega l’avvocato Luigi Paccione che segue le vicende del comitato – non c’è dubbio che il movimento abbia smascherato un grave abuso di Stato commesso ai danni della comunità. C’è quindi, al di là della magistratura, il comportamento inspiegabile dell’amministrazione dello Stato che, una volta smascherato il grave errore, avrebbe dovuto intervenire a tutela di un bene monumentale. Il comitato Parco del Castello non demorde, continueremo senza sosta a mettere in campo tutti gli strumenti per portare avanti l’attività di moralizzazione». |