Abruzzo. Siti archeologici in mano ai vandali. Senza progetti i cantieri sono inutili la Cronaca d'Abruzzo 30/6/2005
L'ultima segnalazione arriva da Trasacco, dove alcuni vandali hanno prodotto seri danni al cantiere dello scavo archeologico della Grotta Continenza, in cui da anni opera anche l'Università di Pisa. La grotta, ricordiamolo, è considerata di grande interesse archeologico perché vi sono tracce che vanno dall'età romana a quella del bronzo e arrivano persino al neolitico. Ci sono poi resti di un complesso a cremazione rarissimo, se non unico in Europa. Ma tutto questo evidentemente interessa poco i vandali di Trasacco, come non raccoglie alcun interesse tra quelli che hanno agito a Chieti nei Tempietti romani da poco restaurati. A proposito di quest'ultima situazione, sulla quale più volte siamo intervenuti, denunciando il colpevole degrado della struttura, ci fa piacere constatare che da qualche giorno non siamo più soli, perché altri giornali e mezzi di informazione televisiva finalmente si sono interessati del brutto caso. La speranza è che qualcosa ora accada. Resta però il problema dei tanti siti archeologici esistenti in Abruzzo che rischiano di essere abbandonati a se stessi, una volta completati gli scavi e gli interventi, oppure per mancanza di ulteriori fondi, subendo poi danneggiamenti, furti e vandalismi, come quelli di cui abbiamo appena parlato. Un problema che si risolve soto imponendo, ogni volta che si apre un cantiere, di non procedere fino a che non ci sono i fondi disponibili, senza alcuna certezza dell'esito finale dell'impresa, e di andare avanti solo con progetti completi, che prevedano anche il momento in cui quel che è venuto alla luce viene messo a disposizione della comunità. Bisogna pensare non solo a scoprire, ma anche a utilizzare, anche per turismo culturale, il bene archeologico. Bisogna cercare la collaborazione delle istituzioni locali e magari anche dei privati. Solo così non si verificheranno più clamorosi casi di sprechi, come quello che ha interessato la Grotta del Colledi Rapino, un sito preistorico sul quale si è intervenuti spendendo oltre mezzo miliardodi vecchie lire per creare percorsi e valorizzare con luci e servizi la grotta. A distanza di anni la grotta è irraggiungibili, perché i sentieri sono stati coperti dalla vegetazione e la zona è stata devastata da vandali e ladri. Oggi non ci sono più luci ed è sparito anche il gruppo elettrogeno. Un caso purtroppo non isolato, che dà forza all'argomento che abbiamo trattato. Senza un progetto completo meglio non aprirli nemmeno i cantieri archeologici. |