Con 30 mln il premio da Rei (registro dell'eredità immateriale) Andrea Naselli MF Sicilia 30/6/2005
Se c'è qualcuno che pensa che l'istituzione del Rei, il registro dell'eredità immateriale, annunciato nei giorni scorsi dall'assessore regionale ai beni culturali, Alessandro Pagano, sia soltanto una questione che interessa soprattutto gli etno-antropologi si sbaglia di grosso. Su questa mutazione di paradigma dell'intervento della regione nei vari territori attraverso l'istituzione di cinque libri per la valorizzazione dei saperi, delle celebrazioni, delle espressioni, dei luoghi e del patrimonio umano vivente, si imposteranno con ogni probabilità pezzi importanti della pianificazione strategica del Por Sicilia 2007-2013 per le produzioni tipiche, per il turismo e i beni culturali. E già qualcosa dalla nebulosa dell'enfasi culturale e dell'entusiasmo per il nuovo approccio comincia a filtrare. E non si tratta solo di parole ma di soldini. Sul tavolo si trovano i circa 30 milioni di euro della premialità dei beni culturali. Fondi cospicui che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbero essere ripartiti attraverso questa riscrittura del Dna dei beni culturali dell'isola. È probabile che la nuova strategia di Pagano passi proprio da questa riformulazione del concetto stesso di bene culturale. Nei prossimi giorni, probabilmente venerdì prossimo, uscirà il decreto istitutivo del Rei e dei cinque libri che racchiudono una prima mappatura dei beni immateriali della regione. Un primo passo nel quale sono stati individuati 45 beni, cinque per ogni provincia e di questi uno per ogni area. Sempre per i prossimi giorni potrebbe essere formata la commissione regionale che avrà il compito di includere i beni immateriali nei rispettivi libri e successivamente esaminare altre richieste rispetto a quelle di partenza. Perché una cosa è certa, dopo un primo momento di disorientamento rispetto a questo nuovo approccio le amministrazioni locali faranno a gara per iscrivere nel Rei ogni sorta di bene immateriale. «Secondo questa impostazione voluta dall'Unesco», dice Beppe De Santis progettista di Medea che per conto dell'assessorato ha curato il progetto, «una millenaria ricetta di cucina di un territorio è un bene culturale al pari di un tempio. E la capacità degli attori di quel territorio dovrà far sì che su questo bene immateriale si innestino dei processi produttivi legati al manifatturiero e al turismo». Il decreto con il quale si istituisce il Rei della regione siciliana stabilisce che, oltre ai cinque libri di partenza, altri ne potranno essere aperti per attività che costituiscono patrimonio immateriale siciliano e che trovano classificazione nelle cinque aree create con il decreto. Potranno fare richiesta di iscrizione in un'attività del Rei, i soggetti pubblici o privati senza scopo di lucro, i potenziali candidati all'iscrizione nel Libro del Patrimonio umano vivente e i membri dell'apposita commissione in fase di costituzione. La richiesta di iscrizione, dopo essere stata accolta dall'assessorato, verrà istruita dalla commissione che, nel caso di parere positivo, passa l'esito all'assessore per il relativo provvedimento. Da sottolineare che entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto, l'assessorato beni culturali stabilirà gli obiettivi e le linee di attuazione del «Programma regionale del patrimonio immateriale della regione siciliana». Al Rei potranno accedere sia singoli individui che detengono particolari conoscenze e abilità sia intere collettività sia gruppi di persone. Tra gli indirizzi del Programma, che dovrà essere articolato entro 90 giorni, si trovano diversi obiettivi come, per esempio, quelli legati alla preservazione e promozione di minoranze linguistiche e diversità culturali, alle reti tra enti pubblici, alla internazionalizzazione del patrimonio immateriale, attività di ricerca e documentazione, festival ed eventi artistici e culturali, collegamento con le scuole per l'inserimento di nuovi elementi localistici di insegnamento, riconoscimento formale delle minoranze linguistiche, creazione di reti di comunità che parlano la stessa lingua, realizzazione di manuali relativi alle minoranze linguistiche. |