Il mattone in Borsa diventa oro: in 4 anni quadruplicato il patrimonio dei fondi Di Roberto Rossi L'Unità 29.06.2005
La Pirelli Real Estate guida la pattuglia dei gruppi immobiliari quotati a Piazza Affari. Sono diversi gli industriali che investono anche nella rendita /Roma
L’ultimo in ordine temporale prende il nome di Berenice. È un fondo specializzato in immobili destinati ad uso terziario e uffici o riconvertibili a tale uso. Presto approderà in Borsa, ma di questi tempi non è una novità. È della Pirelli Real Estate, il gruppo guidato da Carlo Puri Negri ma che fa capo aMarco Tronchetti Provera. Anche questo, negli ultimi tempi, non è proprio una novità. Perché Pirelli RE è uno dei gruppi immobiliari che negli ultimi anni ha avuto i più alti tassi di crescita. Quello che guida la pattuglia degli immobiliaristi di Piazza Affari. Ultimamente l’immobile ha avuto un grande appeal. Nei periodi di recessione economica ilmattone è l’unica moneta spendibile alla quale attingono spesso anche i grandi capitani d’industria nostrani. Tra le società quotate a Milano sono “circa” tredici quelle che si occupano della compravendita e valorizzazione di immobili. “Circa” perché nell’elenco potrebbero anche essere inserite degli ibridi. Come la Immsi di Roberto Colaninno. Che in realtà è un veicolo finanziario con il quale l’imprenditore controlla Piaggio, ma che l’anno passato ha ritrovato la sua vocazione immobiliare aggiudicandosi una gara per un comprensorio turistico in Sardegna e, successivamente, uno in Puglia. Come detto la truppa di Borsa è guidata proprio da Pirelli Real Estate. In termini di capitalizzazione (il numero delle azioni moltiplicate il loro valore) vale circa due miliardi di euro. Tre volte più di quanto valeva tre anni fa quando il titolo, che ora supera i 50 euro, era scambiato a 16,4 euro. Dal 7 ottobre del 2002 la compagnia di Tronchetti Provera ha, quindi, triplicato il suo valore. Da ricordare, come una delle prime operazioni di rilievo, l’acquisizione del 70% di Edilnord, la società che curava le attività immobiliari di Fininvest, e con la quale Silvio Berlusconi mosse i primi passi, a prezzi superiori a quelli di mercato. Attualmente la società viaggia a vele spiegate. Il primo trimestre 2005 è andato meglio del previsto. Il valore della produzione si è posizionato a 122 milioni di euro con +16% su base annua. L’utile netto è cresciuto dell’8,4% con i debiti scesi a 200 milioni in calo rispetto ai 250 della fine del 2004. Insomma, Puri Negri dorme sonni tranquilli. MaTronchetti Provera non è il solo grande industriale, l’ala nobile del nostro capitalismo, secondo la definizione di molti commentatori, a scegliere la rendita immobiliare. Afargli compagnia anche Leonardo DelVecchio, proprietario di Luxottica, uno dei più grandi gruppi per la produzione di occhiali. L'imprenditore è il primo azionista (34,9%) di Beni Stabili, vale a dire la seconda società per valore in Borsa (1,4 miliardi di capitalizzazione) . La società, gestita da Aldo Mazzocco, punta per il 2005 a raggiungere un utile di poco superiore ai 70 milioni dai 62 milioni di euro del 2004 (+10%) . Dietro Pirelli e Beni Stabili tutta una serie di società che capitalizzano sotto gli 800 milioni di euro. Società storiche, come l’Acqua Pia Antica Marcia, di Francesco Bellavista Caltagirone che nell’ultimo trimestre hanno avuto utili per 1 milione e 400 mila euro. Società come l’Aedes, la più vecchia in Italia (fondata a Genova nel 1905), oggi con un risultato positivo (riferito sempre al primo trimestre 2005) di oltre sei milioni di euro. Società come Risanamento del gruppo di Luigi Zunino le cui azioni sono cresciute del38%nel 2004 e di oltre il70% nei primi mesi del 2005. Insomma da che parte la si guardi il mattone è uno dei pochi settori dove tutti i protagonisti, chi più chi meno, sorridono. E per capire le tendenza in atto torniamo a punto di partenza. Al fondo immobiliare Berenice. L’ultimo di una lunga serie. Il principio di un fondo immobiliare è semplice. Una istituzione finanziaria, in genere una banca, lo lancia con l’obiettivo di raccogliere un certo capitale al fine di investirlo acquistando o costruendo beni immobili. Terminata la prima fase di raccolta fondi, i gestori iniziano ad acquistare gli immobili. Se nel 2001 tali fondi erano solo undici con un patrimonio netto complessivo di due miliardi e seicento milioni alle fine dell’anno scorso, secondo i dati riportati da Assogestioni, sono arrivati a toccare le 27 unità. Con un patrimonio quadruplicato (oltre otto miliardi). Anche questo un segno dei tempi. Tempi fatti di cartolarizzazioni e cessioni statali, di ricerca della rendita senza rischi, tempi di pochi e veri grandi imprenditori capaci di rischiare. Insomma, tempi di recessione.
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