Pomice, si insegue l'accordo Mario Di Paola Gazzetta del Sud – Messina, 28/06/2005
LIPARI - Ora a chiedere l'intervento del prefetto sono proprio tutti: sindacati, comune di Lipari e Assindustria. Il direttore dell'Associazione degli industriali Giovanni Grasso, in una nota, ha fatto presente al prefetto Scammacca che «approssimandosi la data del 30 giugno, in cui scadrà l'autorizzazione alla coltivazione delle cave di pomice fornita a seguito dell'incontro in Prefettura dello scorso aprile, si riproporranno le condizioni di emergenza, tenuto conto che il tavolo insediato presso l'assessorato all'Industria non ha prodotto in maniera completa l'esito sperato». Il dott. Scammaca nelle prossime ore verosimilmente contatterà l'assessore all'Industria, Antonio d'Aquino, per concordare un ulteriore incontro. Se non dovessero verificarsi nelle prossime ore fatti nuovi, la Pumex potrebbe infatti interrompere ogni attività, mandando a casa una sessantina di addetti, proprio quel personale che dovrebbe essere progressivamente impiegato nel piano di bonifica e riconversione delle aree pomicifere voluto dall'Unesco. Il tavolo ristretto regionale ha sin qui assemblato solo documenti ed entro giovedì bisognerà stabilire il da farsi. I tempi non saranno certo brevi se dai progetti di massima si dovrà passare a quelli esecutivi, individuando le fonti di finanziamento e inserendoli negli strumenti urbanistici vigenti (e il Prg solo in questi giorni è all'attenzione del Consiglio), anche perché l'Unesco ha richiesto esplicitamente un documento in merito entro il 17 luglio. Cosa potrebbe dunque accadere giovedì 30? Lo abbiamo chiesto al dott. Angelo Merenda, direttore generale della Pumex, titolare della concessione per la coltivazione delle cave pomicifere. «Il 30 prossimo - ci ha risposto - scadrà la proroga temporanea concessa dal Distretto minerario di Catania, grazie alla mediazione del signor prefetto. Tale proroga aveva il fine di convenire su un progetto di massima che prevedesse nel lungo termine, ripeto nel lungo termine, la totale riconversione delle attuali attività industriali in attività turistico-alberghiere. La nostra società ha presentato una propria proposta-progetto che prevede la progressiva riconversione e riqualificazione degli opifici dismessi e dell'area di cava, sino alla chiusura delle cave di pomice. Il Comune di Lipari ha presentato una proposta che prevede invece l'immediato blocco delle attività estrattive al 30 giugno, l'avvio della riqualificazione e solo dopo la fine del 2008 l'attività di riconversione. Al momento le due i-potesi sono all'attenzione dell'assessorato Industria di Palermo». - Ritenete che vi sia la possibilità di deroga a quanto richiesto dall'Unesco? «Nessuna deroga riteniamo sia necessaria, in quanto l'esigenza dell'Unesco è quella della regolamentazione del territorio; nello specifico per quanto riguarda le attività pomicifere. Così come indicato anche dal ministero dei Beni Culturali, si richiede la chiusura "nel lungo termine" solo dopo la riconversione in attività turistico-ricettive e di servizi al turismo. La proposta della Pumex Spa, con pari riguardo alla tutela degli attuali posti di lavoro, è perfettamente coerente con quanto richiesto». - Secondo lei, c'è ancora una possibilità di dialogo, d'incontro fra Comune ed Azienda? «La proposta presentata dalla società è una proposta-progetto di massima che, rispettando quanto richiesto dall'Unesco, mantiene gli attuali livelli di occupazione. Parimenti la proposta del Comune contiene degli aspetti condivisibili. Riteniamo che vi siano ampi spazi per il conseguimento di una proposta unica che possa garantire le esigenze prioritarie della Comunità eoliana». - Per tre mesi però c'è stato un dialogo tra sordi. Lei crede veramente che ci siano margini di mediazione? «Già la settimana scorsa è stata richiesta al prefetto una urgente convocazione. Le proposte sono attualmente all'attenzione dell'assessore all'Industria, d'Aquino, e del suo staff tecnico. Siamo in attesa di conoscerne l'opinione e le relative indicazioni».
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