Cina, si sbriciola l'esercito di terracotta LAURA MATTIOLI Il Messaggero, 28/06/2005
Allarme degli scienziati: gli ottomila soldati di Xian malati per l'inquinamento
ROMA - Un esercito invincibile. E così è rimasto per oltre duemila anni. Ottomila guerrieri, con una avanguardia armata di balestre, e dietro i cavalli, ì carri e l'esercito vero e proprio. File e file di soldati, in formazione da battaglia su 38 colonne, con in pugno alabarde e lance affilate. Un esercito posto a difesa della tomba del suo imperatore, che non ha mai tremato davanti alla sfida dei secoli. Fino a pochi anni fa, quando un nemico tenibile e sconosciuto ha iniziato a divorarlo lentamente. L'esercito di terracotta risalente al primo imperatore cinese a Xian (antica capitale della Cina posta a circa 800 chilometri a ovest di Pechino), una delle più importanti scoperte archeologiche mondiali, è ora minacciato dall' inquinamento. Rischiano di sgretolarsi questi pezzi archeologici fatti costruire da Qin Shi Huang Ti, l'imperatore crudele che fece uccidere le sue concubine e i costruttori della tomba per mantenere il luogo al sicuro dalle razzie. A lanciare l'allarme è stato ieri il South China Morning Post, dopo che precedenti segnalazioni avevano già mobilitato gli esperti stranieri. Progressivamente riportate alla luce dopo tre decenni (i lavori di scavo sono iniziati nel 1974), centinaia di statue d'argilla hanno iniziato a perdere la loro colorazione a causa dell'ossidazione dovuta all’esposizione all'aria. «Se non si fa nulla ora, tra un secolo i guerrieri saranno talmente danneggiati che le fosse dove si trovano assomiglieranno a miniere di carbone e il loro valore estetico sparirà», ha riferito Cao Junji, direttore delle ricerche all'Istituto dell' ambiente dell'accademia cinese di scienze sociali. Particelle acide sospese nell'aria hanno eroso la superficie delle statue, deponendovi una sottile polvere. Le particelle hanno indebolito anche il gesso che mantiene la solidità delle opere. «Nel caso in cui una gamba o una spalla si Stacchi, la statua resta interamente danneggiata», secondo l'esperto citato dal quotidiano di Hong Kong. I tratti che caratterizzano le persone come il naso, i capelli o i baffi, rischiano ugualmente di sparire. «Il museo per le scoperte archeologiche esposte si serve di tecnici o di vari strumenti per monitorare l'ambiente, ma manca di esperienza» sostiene Cao. autore di un'iniziativa per, conservare le statue, in cooperazione con laboratori situati a Hong Kong e negli Stati Uniti. «L'inquinamento atmosferico è una malattia che sta rovinando il patrimonio culturale. Non possiamo eliminarla ma possiamo diminuirne la gravita», ha spiegato l'esperto cinese. Un allarme preoccupante che rischia di cadere nel vuoto. Già nel 2000 un "sos' venne lanciato in difesa del plurimillenario esercito. Allora, a minacciare le ottomila statue di terracotta furono oltre 40 tipi di muffe che avevano iniziato a intaccare 1.400 guerrieri. Le muffe erano fiorite a causa delle temperature elevate e dell'umidità sviluppatasi nel capannone in cui le statue erano conservate. Si cercò di riparare spruzzando 500 chili di una sostanza chimica innocua per i turisti. Ora, l'inquinamento sta facendo il resto.
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