(Napoli) «Non è un furto su commissione» Nuviana Arricchiello il Giornale di Napoli, 26 giugno 2005
Quadri rubati. Il giorno dopo la sparizione di tre dipinti dell’Ottocento di Giuwseppe De Nittis parla il sovrintendente Nicola Spinosa. Indice puntato contro la ditta di trasporto. Nel trasferimento da Milano non sono state rispettate le norme di sicurezza. Ma i ladri hanno agito a casaccio: le tele erano tutte impacchettate.
«Non possiamo parlare di furto su commissione poiché un reato del genere viene commesso principalmente per opere di valore inestimabile come la Gioconda». È quanto ha precisato il Sovrintendente al Polo Museale di Napoli Nicola Spinosa raggiunto telefonicamente perché all'estero che ha inoltre ricordato che «i De Nittis sono sì di valore ma non sono paragonabili certo ai capolavori del Caravaggio». Non si tratterebbe quindi di un furto su commissione per il semplice motivo che nel tir della "York Fine Trasporti" non c'erano solo quei tre dipinti di Giuseppe De Nittis ma ce ne erano altri e tutti rigorosamente imballati. A questo punto emerge chiaramente, come ha sottolineato lo stesso Spinosa che «i balordi che hanno trafugato le opere probabilmente avranno preso le prime tre cose che hanno avuto subito sotto gli occhi senza fare alcuna selezione». Si può affermare senza ombra di dubbio quindi che i ladri che hanno trafugato le tre opere nella notte tra giovedì e venerdì, assicurati per 1 milione e 700 mila euro, non sarebbero stati degli esperti di arte ottocentesca ma semplicemente dei balordi che volevano mettere da parte un po' di quattrini. Il problema per loro però è legato al fatto che le tele di grandi dimensioni non sono assolutamente rivendibili sul mercato poiché come ha precisato il Sovrintendente del Polo Museale «sono tutte registrate e schedate con il rispettivo numero di serie» e quindi per questo facilmente rintracciabili dalle forze dell'ordine.” Spinosa punta poi il dito contro la sciatteria della società competente al trasporto delegata dal Chiostro del Bramante, dichiarando che «non è una questione che riguarda Capodimonte poiché la ditta per il trasporto delle opere da Milano non l'abbiamo commissionata noi». Il trasporto dei dipinti non è stato condotto nel pieno rispetto delle restrittive misure di sicurezza. Sarebbe stata una nefandezza della ditta della "York Fire Trasporti" che, nonostante il sistema satellitare di cui disponeva il tir su cui viaggiavano le opere trafugate, non è riuscita ad evitare il peggio. Una minima colpa potrebbe infine ricadere anche sui trasportatori poco vigili e soprattutto non curanti dell'importanza artistica del carico che stavano riconsegnando alla città partenopea. "Il Caffè", "Passaggio degli Appennini" e "Casale dei dintorni di Napoli" per ora non sono state an-cora rintracciate dalla polizia che sta seguendo diverse piste per riuscire a recuperare le opere destinate al museo di Capodimonte. I dipinti erano partiti dopo l'esposizione della Fondazione Mazzotta a Milano nella giornata di giovedì per fare ritorno nei saloni del museo partenopeo. Dopo una sosta a Roma, per effettuare la prima consegna, i trasportatori sono giunti alla volta di Napoli in tarda serata pernottando all'Hotel Domitiana in viale Kennedy a Fuorigrotta. Lo sgomento poco dopo le sette del mattino quando, giunti nei cortili del Museo per la consegna, i due guidatori del tir hanno aperto lo sportello attestando che mancavano all'appello le tre opere del pittore originario di Barletta, che hanno entusiasmato gli appassionati dell'impressionismo, corrente artistica fonte di ispirazione per l'artista, e della pittura en plein air.
|