Parchi, commissari come la gramigna Valerio Calzolaio L'Unità, ed. Roma, 24/06/2005
Il “commissario” (in genere) straordinario non è una figura nuova, fa parte della storia dell’amministrazione italiana (e probabilmente non solo). La novità del regime berlusconiano è l’uso sfacciatamente politico-clientelare dei commissari. Servono per aggirare le procedure democratiche, servono per imporre persone poco gradite e incompetenti, servono per controriformare istituzioni e enti, servono per narcotizzare attività.
Ma il ministro contro l’ambiente ha commissariato di tutto e di più, Anpa e scorie nucleari, soprattutto i parchi nazionali. È un esempio eclatante di protervia e spreco. Nel primo governo Berlusconi il ministro contro l’ambiente Altero Matteoli ce l’aveva esplicitamente con i parchi. Disse che spesso non servivano, che erano stati istituiti senza coinvolgere le comunità locali, che comunque bisognava consentire di cacciare al loro interno, insomma era contro. Non fece in tempo a fare molti danni. Nel secondo e nel terzo governo Berlusconi, come è noto, il ministro contro l’ambienteAltero Matteoli ha cambiato strategia e ha avuto il tempo di metterla in pratica. Così ha deciso di paralizzarli, pensandoli solo come incarichi formali da spartire con stile feudale. Qualche dato. In Italia esistono 23 parchi nazionali; i 21 costituiti interessano 462 comuni e 18 regioni, occupano complessivamente poche persone (nel 2003 490 unità). Per i 21 enti parco nazionali costituiti il contributo ordinario complessivo è via via diminuito dal 2002 al 2005, con un taglio di oltre 5 milioni di euro.La situazione della gestione, in evidente contrasto con la legge, è la seguente: 2 non sono stati ancora attivati, 6 non hanno consiglio direttivo, solo 3 hanno un direttore regolarmente incaricato. 10 dei 21 enti parco nazionali sono stati commissariati tra il 2001 e il 2004. 6 enti parco nazionali sono ancora commissariati. Il commissario straordinario provoca inevitabilmente la paralisi e lo snaturamento dei parchi nazionali, emersi negli anni novanta come occasione e sperimentazione di sviluppo sostenibile. Anche dopo le elezioni regionali, il ministro ha firmato altri decreti di proroga bimestrale a commissario del suo stesso direttore generale (che li ha predisposti): con una procedura incostituzionale. Per 27 volte negli ultimi sedici mesi Cosentino è stato nominato con decreto da Matteoli commissario per i parchi Tosco-emiliano, Foreste casentinesi, Monti sibillini, Aspromonte. Cosentino era già stato nominato commissario nel 2003 per il Cilento, nel 2004 per l’Arcipelago Toscano ed è stato nominato commissario anche in alcune riserve marine. La situazione più grave è quella dell’Arcipelago Toscano: il “regolare” presidente è scaduto il 19 aprile 2002, il commissariamento dura ininterrottamente da tre anni, si sono succeduti tre diverse persone, soprattutto vi è stata una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato decaduto il commissario straordinario Barbetti nominato il 19 settembre 2002. Barbetti è ancora commissario! L'incostituzionale ministro contro l'ambiente Matteoli lo proroga dall'aprile del 2004, prima di due mesi in due mesi, poi di sei mesi in sei mesi, l'ultima volta dall'inizio di giugno all'inizio di dicembre 2005! Ovviamente Ruggero Barbetti è di An, ovviamente il sindaco Barbetti fece ricorso contro l’istituzione del parco quando il parco non c'era, ovviamente Barbetti ha cambiato discrezionalmente logo e nome dell’area protetta prevista dalla legge, ovviamente i consulenti di Barbetti (scelti discrezionalmente e ben retribuiti) sono una decina e il personale del parco resta a meno di venti, ovviamente Barbetti non chiede e non attende i prescritti pareri della comunità del parco, ovviamente Barbetti se ne frega. E lo scandalo si allarga. In piena campagna elettorale il candidato ex presidente Fitto ha dato parere favorevole alla presidenza “amica” del parco dell'Alta Murgia, il presidente Vendola ha revocato il parere e ricorre alla Corte Costituzionale
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