Ma è in abbandono l'altro capolavoro di Moretti: l'ex Gil a Trastevere Edoardo Sassi Corriere della Sera - cronaca Roma 25/6/2005
1933-1936: stesse date, stesso autore, e due edifici. Entrambi considerati oggi due capolavori dell'architettura italiana tra le due guerre. Per il primo, la Casa delle Armi al Foro Italico, dopo anni di battaglie il recupero pare ormai cosa fatta. Per il secondo, il futuro resta invece incerto. Si tratta della Casa del Balilla (poi ridenomìnata Gil, Gioventù italiana Littorio) a Trastevere, in largo Ascianghi, l'altro capolavoro firmato da Luigi Moretti. Semiabbandonato. Parzialmente distrutto. Comunque irriconoscibile rispetto al progetto originale. Così, a proposito dell'edificio, scriveva Piero Ostilio Rossi nella sua «Guida all'architettura moderna di Roma» «Le modifiche e i rifacimenti apportati nel corso degli anni hanno profondamente modificato la fisionomia dell'edificio. Chiuse con tamponature le palestre all'aperto, sopraelevato il corpo basso di collegamento, alterato il disegno delle grandi finestre e i colori, solo a stento si potrebbe riconoscere in quella disordinata serie di costruzioni l'edificio dall'elegante articolazione volumetrica e dalle raffinate trasparenze progettato da Moretti». E ancora: «Per comprendere le dimensioni del degrado basterà ricordare che di recente sono state ritrovate le tracce del grande affresco di Mario Mafai che decorava una parete del Salone d'onore, che negli anni è scomparso sotto un'imprecisata quantità di tinteggiature o è stato addirittura raschiato». Strano destino quello del romano Luigi Moretti (1907-1973), acclamato architetto superstar (con studio a palazzo Colonna) e al centro del potere sia negli anni del Fascismo sia nei decenni a venire: pupillo dell'apparato politico del Ventennio, vicino alla «Società Generale Immobiliare Romana» dal dopoguerra fino alla morte, proprio le sue due opere più rappresentative del decennio '30-'40 hanno dunque subito incredibili traversie. Un destino comune a quello del suo padre naturale, l'architetto Luigi Roland, la cui opera più importante, il cinema-teatro Adriano con la bella struttura a palchetti, è andata perduta per la recente destinazione a multisala. Del genio Moretti - amico e collaboratore di artisti, fondatore della rivista «Spazio» e sodale del grande critico francese Michel Tapié - restano comunque molte testimonianze. All'estero (il Watergate a Washington) ; a Milano (le case-albergo immortalate anche da Antonioni nel film «La Notte») ; ma soprattutto tra Roma e dintorni: la palazzina detta del «Girasole» in viale Bruno Buozzi 64 (1950), la straordinaria villa La Saracena a Santa Marinella per la famiglia Pignatelli d'Aragona, capolavoro di immaginazione e scompaginatura volumetrica (1954), la palazzina in via Jenner 27 (1947), quella in via Romei a Monte Mario del 1965, con i caratteristici balconi curvilinei, o i due palazzi gemelli di piazzale dell'Industria all'Eur (1961-1965).
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