Veltroni: Da ministro non c'ero riuscito Beatrice Picchi Il Messaggero 25/6/2005
Le gabbie alte fino al cielo, i vetri blindati tristi e cupi, i banchi degli imputati, della Corte, via, tutto via, il grande teatro della giustizia chiude, l'aula bunker del Foro italico tornerà ad essere quello per cui il suo architetto Moretti l'aveva voluta, disegnata, pensata: uno spazio prezioso per qualsiasi altra forma d'arte. La Casa della scherma, uno dei grandi capolavori dell'architettura razionalista diventerà il Museo italiano dello Sport. In quegli spazi sospesi dove per anni sono stati raccontati i grandi processi dell'Italia che cambiava - le Brigate Rosse, l'assassinio di Aldo Moro, l'attentato al Papa fino alla banda della Magliana, l'omicidio di Marta Russo - troveranno vita altre storie, quelle dello Sport, in ogni epoca, passato e presente. Il Ministero di Grazia e Giustizia e il Comune di Roma hanno definito un accordo che sblocca anni di impasse e di sonnacchiosa burocrazia: l'edificio progettato nel '34 dall'architetto Luigi Moretti utilizzato quarant'anni dopo come aula bunker, poi come sezione della prima Corte d'Assise e in tempi più recenti anche, come deposito di atti del tribunale di piazzale Clodio, viene restituito al Campidoglio. «Non c'ero riuscito da ministro dei Beni culturali, e adesso mi sembra di aver raggiunto un grande risultato - spiega il sindaco di Roma, Walter Veltroni -; un luogo bellissimo, nel cuore artistico della città, dimenticato e oscurato per trent'anni, torna alla città. E sarà come tornare indietro nel tempo: sarà il Museo dello Sport, una struttura che consentirà di valorizzare al meglio simili opere, per la quale la Finanziaria ha già previsto stanziamenti». Dovranno passare massimo cinque, sei mesi, perché si compia il primo passaggio: l'archivio della sezione civile del Tribunale sarà trasferito entro la fine dell'anno nei mille-duecento metri quadrati di via Sante Bargellini, al Tuscolano, che il Comune sta ristrutturando. L'operazione, poi, dovrà prevedere anche il trasferimento delle forze dell'ordine, della sezione di Corte d'Assise da via dei Gladiatori e piazzale Clodio. «Quando si lavora di comune accordo tra istituzioni, governo, magistratura, enti locali, il risultato non può che essere positivo - sostiene il ministro Roberto Castelli -; l'opera è di grande valore, andava rivalutata. Il Museo dello Sport potrebbe essere una coerente utilizzazione dell'edificio». La Casa, che appartiene ancora al Demanio, ha una pianta a elle, tanti gli spazi preziosi che riprenderanno luci e colori. Il restauro, assicura Veltroni, sarà fatto nel rispetto dell'intera struttura; «fino ad oggi - racconta il presidente del Tribunale, Luigi Scotti - avevo la sensazione che un simile utilizzo offendesse la bellezza architettonica del luogo, adesso si ricomincia». |