Da aula-bunker a museo. Lo sport merita un capolavoro Rita Sala Il Messaggero 25/6/2005
ROMA - Diventerà il Museo italiano dello sport la Casa delle armi, capolavoro dell'architettura razionalista, progettato da Luigi Moretti negli anni 30. Destinata durante il fascismo alle esercitazioni accademiche per la scherma, negli ultimi anni la Casa era stata trasformata in un'aula-bunker per i grandi processi come quello Moro o quello per l'attentato al Papa. Adesso, ritornata al Campidoglio, diventerà la sede del nuovo Museo. «Non ero riuscito a ottenere questo risultato da ministro dei Beni culturali», ha detto Walter Veltroni, con particolare soddisfazione. «Ci riesco adesso come sindaco».
L'architetto Plinio Marconi, nel 1936, ne lodava «l'essenzialità, la cubicità simile a quella delle architetture greche e mediterranee...». Ma anche «l'incombere di pareti marmoree su una sottostante leggera trama di vuoti e di pieni che ridesta la memoria di irrealtà veneziane..., la carezza che arrotonda gli spigoli e commuove una zona della facciata posteriore in curve e controcurve, capace di suscitare immagini di un po' morbida barocca leggiadria...». Frasi ridondanti che potrebbero sembrare destinate a una donna. Furono invece scritte per la Casa delle Armi, il grande edificio di proprietà del Demanio dello Stato progettato nel 1934-35 dall'architetto Luigi Moretti, inaugurato nel 1936, in piena era fascista, e destinato alle esercitazioni degli accademici di scherma. Un'opera d'arte dell'architettura del Novecento, due corpi articolati in una Biblioteca e nel Museo delle armi, più due gallerie destinate alla lettura, la sala del Consiglio degli istruttori, gli uffici e i servizi (il primo); nella grande sala degli esercizi, con gli spogliatoi e i servizi (il secondo). Attraverso il tempo, la Casa delle Armi è però diventata altro. Ha ospitato una sede dei Carabinieri e la grande Aula Giudiziaria che fu teatro dei processi al brigatismo degli anni Settanta. Senso e appartenenza glieli restituisce ora (lo aveva anticipato Mario Pe-
scante lo scorso anno, alla vigilia delle Olimpiadi ateniesi, e lo hanno ufficializzato ieri il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, e il sindaco di Roma,Walter Veltroni) la nuova destinazione: dopo opportuni e articolati interventi di restauro, diventerà sede del Museo Italiano dello Sport. E al Museo vero e proprio, con le debite strutture annesse, verrà possibilmente aggiunto un laboratorio, vale a dire un luogo, fisico e metaforico, in cui lo sport trovi una sua dimensione culturale e quello sviluppo critico, di pensiero e documentazione, che nell'antichità classica possedeva "di natura". L'estensione è particolarmente importante se si pensa a come i tempi abbiano commercializzato e "disumanizzato" l'evento sportivo e i suoi protagonisti, persino a livello olimpico. Elemento terminale del Foro Italico sul fronte Sud. la Casa delle Armi subirà un radicale maquillage. Lo impongono lo stato di abbandono in cui è vissuta per anni e gli interventi subiti soprattutto nel corpo della Biblioteca tra la fine dei Settanta e i primi Ottanta. Al di là di ogni considerazione di tipo estetico e strutturale, in una sorta di non consapevolezza del suo valore artistico, ha patito adattamenti che hanno nascosto e addirittura danneggiato parecchie parti. Come detto, la Biblioteca è diventata sede della Polizia Giudiziaria dei Carabinieri. L'aula per le esercitazioni di scherma, invece, trasformata nell'aula-bunker del Tribunale, non racconta più storie di duelli e il sudore di atleti in azione sotto la luce naturale diffusa (grazie alla copertura particolare con due mensole a sbalzo di cemento armato di diversa altezza), ma è riuscita a mantenere sufficientemente intatte le proprie prerogative. Danni ha invece subito la parte estema, dove le proporzioni volute da Moretti per i prati degli allenamenti all'aperto sono state frammentate e delimitate da muri e muretti, a causa delle esigenze di sicurezza legate alla nuova destinazione. Rispettato, invece, il mosaico di Angelo Canevari sulla parete esterna, della Biblioteca. La Casa delle Armi e l'intero Foro Italico sono sottoposti, fin dal 1989, a vincolo monumentale. Condizione che ha consentito alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio di stoppare ulteriori modificazioni degli edifici. Contemporaneamente si è avviata e perfezionata la discussione sulle molte, possibili destinazioni: una rinnovata casa della Scherma, il museo dell'Architettura moderna italiana, il museo del Foro Italico e, appunto, il museo dello Sport. E fra i buoni auspici che accompagnano il riuso, c'è anche il ritrovamento, sotto il pavimento della sala ellittica, in origine sala d'onore di ingresso degli atleti, di tracce dei mosaici disegnati dallo stesso Moretti. Il Museo dello Sport nascerà in un corpus che più naturalmente incline ad ospitarlo non potrebbe essere. |