Anche la Galleria d'Arte moderna subisce i piani degli architetti divi ETTORE GENTILI Secolo d'Italia 24-GIU-2005
NON HA niente di culturale la polemica sulla demolizione dell'ala Cosenza della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Valle Giulia a Roma. I professori romani Giorgio Muratore, Paolo Portoghesi, Maurizio Calvesi, Renata Nicolini, che insieme con Italia Nostra si sono infatti schierati per mantenimento deU'edificio attuale hanno semplicemente posto un problema di buon senso, trovando inopportuno in tempi di austerity economica distruggere un edificio recente, funzionalmente adeguato e per di più progettato dal famoso architetto razionalista da cui ha preso il nome. Sono invece sempre più intenzionati ad abbatterlo è ricostruirlo secondo il nuovo progetto dello studio svizzero Diener, le grandi vedette dell'architettura internazionale come Gery,Fuksas, Botta, Chipperfieìd ed Herzog architetti vivi che progettano di tutto dai grattacieli ai musei, dalle piazze ai ponti in ogni parte del globo e che nell'ambito della politica culturale veltroniana sarebbero di fatto gli unici abilitati ad inserire delle nuove costruzioni nel centro di Roma. Tutti costoro sanno quindi benissimo che un eventuale accantonamento del progetto di demolizione dell'ala Cosenza equivarrebbe ad un ripensamento dell'intero piano delle grandi opere nel centro antico della capitale italiana. Finora nessuno si era mai scandalizzato quando per realizzare il Centro di Arti Contemporanee venivano demolite le spaziose e funzionali ex caserme di Via Guido Reni sostituendole con il costosissimo progetta dell'architetto anglo-iraniano Hadid, né si era impedito che venisse distrutta la teca dell'AraPacis per poi ricostrutla secondo quei bruttissimo progetto dell'architetto californiano Richard Meier, che è già da tempo fuori da ogni previsione dispesa e di tempi per la riconsegna. Costituirebbe altresì un ben diverso segnale d'attenzione alle tante emergenze urbane, sospendere l'affidamento degli altri sensazionali incarichi di progettazione ed informare i romani di quale budget era stato previsto per l'Auditorium di Renzo Piano, quanto invece alla fine è costato, con quanto tempo di ritardo è stato inaugurato e quali successivi lavori sono stati eseguiti per rendere funzionale la struttura. Allo stesso modo i cittadini dovrebbero sapere di più sull'affidamento e sulle varianti con aumento di spesa peri lavori eseguiti durante il restauro degli edifici di Villa Torlonia e per l'attuale ricostruzione del Museo Comunale di Arte moderna dentro l'ex birreria Peroni. La battaglia per la conservazione dell'ala Cosenza della Galleria Nazionale d'Arte moderna si sta quindi trasformando in un'affermazione di buonsenso, sostenuta da coloro che cercano di difendere l'intero centro di Roma dalla politica dei colpi di mono nascosti dietro la firma del famoso architetta. In questa contrapposizione tra "Formiche" e "Cicale" saranno ì mass media a pacare un ruolo determinante, anche se è purtroppo facueprewderecheeserciteranno maggiori pressioni le più motivate "Cicale", perché hanno un tornaconto diretto neUa demolizione e ricostruzione dell'ala Cosenza; soprattutto se rappresenterà l'avallo ufficiale al nuovo piano per l'inserimento delle architetture contemporanee nel centro Storico di Roma al posto delle più austere e nobili architetture del passato. |