ANFITEATRO LECCE: spazzatura, Soprintendenza e Sindaco Oscar D'Angelo Nuovo Quotidiano Lecce 12-GIU-2005
Il sindaco infuriato per i rifiuti che rovinano l’ immagine della città: non possiamo intervenire «Costretti a subire lo sconcio» - Sindaco Poli: la pulizia dell'anfiteatro spetta alla Sovrintendenza
Che i rifiuti nell'anfiteatro romano siano uno sconcio non vi è dubbio, ma il Comune ha le mani legate: parola di sindaco. Adriana Poli Bortone attacca la Sovrintendenza, proprietaria del monumento e quindi tenuta a garantirne la custodia, la pulizia e la fruibilità. «Abbiamo le mani legate, dice il sindaco, malgrado quello sconcio sia una macchia pesante sul biglietto da visita della città. Più volte abbiamo sollecitato una soluzione, offrendo collaborazione, ma invano». Il sindaco, però, tornerà alla carica: una soluzione va trovata, quello sconcio deve essere rimosso in fretta.
Le stranezze: ma che serve il custode? «Ingresso vietato ai netturbìni»
Solo pochi giorni: fa l'anfiteatro ha ospitato ì tifosi che hanno festeggiato la permanenza in serie A del Lecce. Nessuno li ha fermati, perché ora dovrebbero fermare i netturbini? Vita magra di un monumento-simbolo. L'anfiteatro-discarica è quanto di "meglio" la burocrazia (quella con la "b" alta quanto una casa) riesca a offrire in città. Se all'interno i rifiuti si ammucchino - grazie soprattutto, va detto, agli incivili che usano la cavea come un'enorme pattumiera - non si riesce a inviare qualcuno che pulisca. IS Comune spiega che il compito deve essere della Soprintendenza, responsabile del sito archeologico, ma la stessa Soprintendenza non prevede alcun intervento di rimozione della spazzatura. C'è solo un custode, che svolge il suo lavoro in alcune ore della giornata e che da solo non può far nulla.
E allora, con l'amministrazione comunale che non può muoversi e la Soprintendenza che non ne vuol sapere, nessuno interviene. Formalmente se un dipendente della società che ha in appalto la nettezza urbana a Lecce dovesse scavalcare 'il cancelletto per raggiungere l'interno dell'anfiteatro commetterebbe un reato. Potrebbe giungere un poliziotto o un carabiniere, o un vigile urbano, a bloccarlo. Potrebbe. Però è ben difficile che accada, visto che in ogni momento della giornata e della notte in tanti scavalcano indisturbati quel cancelletto che è di fronte ai portici del palazzo Ina. Indisturbato lo scavalcò, un paio di anni fa, Gianni Ippoliti con il suo gruppo di volontari che m un pomeriggio raccolsero ogni genere di rifiuti ripulendo il monumento. Nessuno intervenne per fermare chi stava pulendo. Vuol dire, questo, che la stessa tolleranza verrebbe applicata se a pulire fossero i dipendenti della società della nettezza urbana? E poi, è stato fatto notare, l'esigenza di tenere pulita quella parte della città e quindi la necessità di garantire il decoro non sarebbero sufficienti a giustificare un "blitz" dei netturbini. Già, ma in tal caso chi pagherebbe visto che nel capitolato d'appalto non è compresa la pulizia dell’anfiteatro? Solo domande, per ora, ma qualcuno una risposta dovrà pur darla. La settimana scorsa, mutato, è stato ripulito il teatro romano, su iniziativa della Fondazione Memmo (che gestisce il museo attiguo, nella piazzetta dove c'è il monumento a Fanfulla) e della Ecotecnica, quest'ultima la società che gestisce a Lecce (con l'Aspica) il servizio di nettezza urbana. Un destino diverso rispetto a quello dell'anfiteatro, grazie anche a Itersalento che, in collaborazione con la Fondazione Memmo, organizza spesso visite guidate e iniziative per i turisti.
Nuovo Quotidiano Lecce 13-GIU-2005 Il sovrintendente chiede di incontrare la Poli e fa una proposta: «Coinvolgiamo anche i privati nella gestione del monumento» L'anfiteatro cerca un padrone di ANNA RITA INVIDIA Messo "sotto accusa" dal sindaco Adriana Poli Bortone («Se l'anfiteatro romano è sporco non è colpa nostra, la pulizia non spetta a noi»), il sovrintendente ai Beni archeologici Giuseppe Andreassi mette le mani avanti. «Non fatemi fare la parte del cattivo - dice -, io voglio risolvere questo problema almeno quanto lo vuole il sindaco. Anzi, ne approfitto per lanciare una proposta che, a mio parere, rappresenta anche l'unica soluzione reale: istituire un tavolo tra Sovrintendenza, amministrazione comunale e agenzia del demanio, che è la proprietaria del bene».
Già l'anno scorso il problema della pulizia dell'anfiteatro fu sollevato e ci furono anche i primi contatti tra la Poli e Andreassi. «Fu tu uno scambio di lettere - continua il sovrintendente - ma poi, presi da tanti problemi, non se ne fece niente. L'anno scorso riuscimmo a tamponare con qualche intervento di pulizia strardinaria, faremo la stessa cosa anche adesso: è già nelle previsioni». Ma non è una pulizia straordinaria - neanche una volta al mese - che può risolvere il problema dell'anfiteatro di piazza Sant'Oronzo. «Il fatto è proprio questo - conferma Andreassi -, se domani noi ripuliamo l'anfiteatro, tra quindici giorni sarà nuovamente sporco. Anche perché come i leccesi sapranno meglio di me, visto che l'anfiteatro ce l'hanno sotto gli occhi, questo monumento si è trasformato in un centro di aggregazione giovanile. Nell'anfiteatro viene gettato di tutto, dalle lattine alle bottiglie e alle cartacce. A Tarante, per un'importante zona archeologica, siamo riusciti a trovare una soluzione sottoscrivendo una convenzione con il Comune che provvede, alla presenza di un nostro addetto, a pulire due volte a settimana». Il problema è complesso, non riguarda solo la pulizia e il decoro dell'anfiteatro: ormai è arrivato il momento di parlare del futuro di questo monumento (che non è aperto al pubblico da almeno quindici anni) e della sua gestione complessiva che non può non comprendere la fruizione del bene. La Sovrintendenza avvisa: da " sola non può caricarsi dell'onere di portare avanti la gestione dell'anfiteatro. Serve la collaborazione di Palazzo Carafa e - perché no ? - anche dei privati. «L'anfiteatro - spiega Andreassi - è un bene di difficile gestione. Come sono tutti i monumenti all'aperto, che richiedono una pulizia quotidiana o quasi e una vigilanza continua. Se non ricordo male proprio a Lecce, la scorsa estate, qualcuno sollevò il problema delle chiese che erano aperte solo per poche ore. Non mi sembra che sia stata trovata una soluzione perché l'unica possibile e quella di pagare qualcuno che sia presente durante tutto l'orario di apertura. E' una soluzione costosa. Lo stesso discorso vale per l'anfiteatro: il problema è di presidio umano». C'era un tempo, prima del '90, ossia prima che iniziassero i lavori nell'anfiteatro romano, in cui la Sovrintendenza ai beni archeologici provvedeva sia alla pulizia che a tenere aperto il monumento. «Un monumento così antico e all'aperto - aggiunge ancora Andreassi - non può essere fruibile senza controllo, né si può pensare di blindarlo. Forse oggi non lo si riporterebbe nemmeno alla luce. Prima eravamo noi a occuparci di tutto, poi con l'inizio dei lavori, nel '90, l'anfiteatro è stato consegnato alla ditta che a un certo punto è anche fallita. Insomma, in questo lungo periodo di transizione, la situazione si è ingarbugliata ed è diventata ambigua. Oggi la Sovrintendenza non può assumersi l'onere di gestire da sola l'anfiteatro: una volta avevamo il personale per farlo, oggi non ce l'abbiamo». Da qui la proposta di Andreassi. «Rinnovo il mio invito al sindaco Poli Bortone a istituire un tavolo, a cui dovrà sedere anche l'agenzia del demanio, per trovare insieme una soluzione che non dovrà limitarsi alla pulizia ma riguardare l'intera gestione del bene. Si può decidere di concedere al Comune la gestione diretta dell'anfiteatro o si jpgtrebbei(. pensare di coinvolgere' ì* privati, ai quali però bisogna prospettare una possibilità di guadagno. Le ipotesi di soluzioni non mancano, io non ho la presunzione di poter dare una risposta in 24 ore e nemmeno in 24 giorni, tanto è complessa la situazione. Ma se inibiamo a lavorare adesso, forse a ottobre la convenzione sarà firmata». E magari la prossima estate non staremo qui a scandalizzarci di nuovo perché nessuno pulisce l'anfiteatro».
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