PALERMO: Venti mesi di lavori per due milioni di euro ma il monumento resterà aperto al pubblico Laura Nobile La Repubblica, ed. Palermo, 07/06/2005
È UNO dei complessi monumentali più suggestivi e gettonati del circuito arabo-normanno, frutto di innumerevoli stratificazioni a partire dall'età paleocristiana. San Giovanni degli Eremiti, in via dei Benedettini, è stato un edificio pagano, un monastero dedicato a Sant'Ermete nel 581 e poi, tra il 1130 e il 1148, la chiesa cristiana voluta da re Ruggero II, il primo re normanno. Adesso, per bloccarne il degrado, soprattutto nell'area del chiostro, c'è un progetto della Soprintendenza ai beni culturali che prevede entro 20 mesi un completo restyling. Anche in questo caso, la parola d'ordine è quella di evitare la chiusura al pubblico, lasciando visitabile la chiesa. Due milioni 421 mila euro il costo complessivo dei lavori, finanziati con fondi europei, secondo il progetto esecutivo curato dall'architetto Maria Giovanna Tornabene. Il decreto di finanziamento è stato appena registrato dalla Corte dei conti e per far partire la gara d'appalto ci vorranno circa due mesi. «San Giovanni degli Eremiti è un monumento che non smette di riservare sorprese — spiega l'architetto Maria Giovanna Tornabene, progettista e direttrice dei lavori — e per il quale abbiamo predisposto un restauro secondo quattro tappe differenti che interesseranno tutti gli spazi di San Giovanni. Uno dei momenti più importanti sarà il recupero e la manutenzione di un tratto di mura urbane che facevano parte del complesso, e sul quale sarà ripristinato il camminamento». Il primo passo sarà la manutenzione e il restauro della struttura medioevale della chiesa: i prospetti esterni, il campanile, la sala araba e finalmente il chiostro. Il secondo momento prevede la dotazione di servizi aggiuntivi da installare nella cosiddetta "Casa del Priore" attigua al chiostro, che risale all'impianto medievale ma ha visto diversi rimaneggiamenti in epoca barocca: una volta ultimati i lavori, a piano terra sarà sistemata la caffeteria e, al primo piano, un bookshop. Il terzo momento sarà il recupero del tratto di mura urbane addossate al complesso e poi la manutenzione ordinaria e straordinaria del giardino all'interno del chiostro e nelle aiuole della chiesa. «L'area del chiostro è quellache richiede gli interventi più urgenti— spiega l'architetto Tornabene— tanto che nel frattempo è stato necessario puntellarlo con travi di legno: presenta i fenomeni di maggiore degrado sulla calcarenite degli archi, e poi ci sono le brecce dei capitelli e delle colonnine e l'erosione e il distacco di parti dei materiali originali». La dotazione dei servizi aggiuntivi corrisponde all'intento preciso di offrire alcune strutture di supporto in un punto chiave dell'itinerario storico monumentale che inizia da Palazzo dei Normanni e si conclude proprio qui. E si salda a doppio filo al recupero delle mura. Qui infatti, spiega il progettista, esiste ancora un percorso che va dalla chiesa della Pinta a Porta Maz ara, oggi inglobata nel bastione cinquecentesco di Montalto, prosegue dietro l'abside della chiesa di San Giorgio in Kemonia, che delimita San Giovanni, e si chiude con una terrazza che è collegata ad un camminamento sul muro di San Giorgio, senza dimenticare l'Oratorio di San Mercurio adiacente l'ingresso di San Giovanni. «È un punto strategico—continua l'architetto Matteo Scognamiglio, che dirige il servizio Beni architettonici—ecco perché pensiamo a una convenzione con le autorità ecclesiastiche, l'Università e il Genio militare, che permetta di ripristinare un unico itinerario da San Mercurio a San Giovanni, passando per le mura aragonesi». Dove è previsto il diserbamento e il ripristino della pavimentazione, e l'installazione di ringhiere per rendere più agevole e sicura la visita. Ma le sorprese continuano ad arrivare, anche dalla vicina Casa del Priore: «Sono stati portati alla luce la struttura medioevale coeva alla costruzione della chiesa — dice ancora Scognamiglio — e sono stati trovati materiali di età araba e frammenti di ceramiche medievali e moderne. Con le somme a disposizione contiamo di continuare lo scavo e adibire un locale a un museo del sito». «È un restauro che servirà alla valorizzazione del sito — aggiunge l'assessore Alessandro Pagano — e al miglioramento della fruizione di una vasta zona ancora tutta da scoprire».
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