"Gli archeologi dell'Università dell'Iowa tornano sulle tracce dell'antica «Engyon». Un pezzo di America si sposta a Gangi. Claudio Reale Giornale di Sicilia - Provincia di Palermo, 8 giugno 2005
I sondaggi sul terreno erano iniziati lo scorso anno. Riprenderanno con il bel tempo. Parte una nuova campagna di scavi
GANGI. (ciré) Laggiù nell'Iowa, in quel rettangolo sbilenco proprio nel cuore degli Stati Uniti, ci credono ancora. Tanto da finanziare un altro viaggio giù per la carta geografica, dall'altra parte del mondo fino ad arrivare a Gangi, tanto da dare a Glenn Storey un inimitato per più di un anno di ricerca a partire dal 2005, tanto da scommettere uomini e mezzi su una ricerca che potrebbe riportare alla luci il mito. Insomma, si riparte: dal 28 giugno prossimo l'archeologo dell'università dell'Iowa arriverà in Sicilia, per rinnovare il giorno dopo il rapporto con la Sovrintendenz.a ai Beni culturali. E per ricomin-ciare, l'ultimo giorno del mese, con gli scavi che intorno all'Abbazia di Santa Maria di Gangiverchio puntano a trovare la mitica Engyon, quel Tempio delle Dee Madri di cui si favoleggia da sempre fra archeologi, quell'insediamento greco - meglio ancora: cretese, secondo le testimonianze più accreditate - che nessuno è mai riuscito a riportare alla luce. Nel frattempo, sul sito archeologico - perché di questo, è bene dirlo, c'è già certezza, visto il ritrovamento di un insediamento romano frutto degli scavi dell'arino scorso - che si trova sotto i terreni di Giovanna Tornabene, sono passali fiumi di inchiostro, articoli scientifici e conferenze sull'idea che una necropoli possa svilupparsi per centinaia di metri sotto la valle della Rotonda dei Cipressi. Nell'Iowa, dunque, non si accontentano: gli scavi coordinati dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo vedranno l'archeologa dell'università Gabriella Cerami affiancata a Storey, nella ricerca che si servirà di un radar che permette di scandagliare il sottosuolo come un apparecchio radiografico con il corpo umano, per portare avanti quel che l'anno scorso si è interrotto. «Storey - spiega Giovanna Tornabene, la persona che con la collaborazione di Salvatore Farinella ha voluto il ritorno dell'università dell'Iowa sulle Madonie - conta di trovare in questa spedizione gli elementi per continuare a oltranza negli anni successivi. E questo è sicuramente un elemento interessante». L'occasione, del resto, è ghiotta, e gli elementi per credere che la mitica Engyon coincida con Gangi ci sono tutti: secondo i ricercatori la forma Engyon, in greco, potrebbe essersi evolu-ta nel latino Engium, e da qui a Gangi il passo è breve. Per ricostruire il resto bisogna fare ri-corso alle conoscenze della trasformazione dei luoghi di rito pagani in chiese cristiane, subito dopo il riconoscimento del Cristianesimo da parte di Costantino: «Quasi tutti i templi - chiarisce Giovanna Tornabene - sono stati trasformati in chiese paleocristiane, per lo più per analogia. Così non è improbabile che un tempio dedicato al culto delle Dee Madri venga trasformato in un monastero dedicato alla Madonna, la madre di Cristo»; In quel rettangolo americano non riescono a credere a un'altra verità.
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