Napoli. Una Galleria tra passato e futuro Anita Pepe Roma, 7/6/2005
Oggi un'intera giornata di festa per salutare la riapertura della Pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti
Non fatevi ingannare dal David di Michelangelo o da quella dicitura "Galleria dell'Accademia" che campeggia sui manifesti disseminati per le strade: non siamo a Firenze, ma a Napoli, e quei raffinati cartelloni in scala di grigi si riferiscono ad un patrimonio che, tra furti e negligenze, ha corso seriamente il rischio di scomparire, se non dalle sale dell'edificio a un tiro di schioppo dal Museo Archeologico, sicuramente dalla memoria di una città alla quale, invece, è legato da una lunga e fitta serie di debiti e prestiti. E, se è vero che anche le unioni più riuscite ogni tanto hanno bisogno di una rinfrescata, quella di oggi per l'Accademia di Belle Arti sarà un'occasione insostituibile per recuperare antichi vincoli col territorio e, perché no, sancire, al di là delle polemiche sulla trascorsa latitanza, una ritrovata concor-dia con le istituzioni, coltivata attraverso esperienze di partenariato e corroborata dai finanziamenti erogati per il restyling di una pinacoteca che, dopo anni di decadenza, stasera alle 18 riaprirà finalmente i battenti... e incrocerà le dita, perché la sua non è propriamente una storia tranquilla. Già nel 1959 Ferdinando Bologna, allora docente di storia dell'arte nell'istituto, aveva provato a "restituire al suo fulgore" le collezioni dell'ex Reale Accademia del disegno, voluta nel 1752 da Carlo III di Borbone e trasferita subito dopo l'Unità nella sede attuale, appositamente ristrutturata da Enrico Alvino. Ma la sorte, purtroppo, non aveva cessato d'accanirsi contro la raccolta, messa insieme con le opere dei più celebri (ex) insegnanti o degli allievi più promettenti, e flagellata soprattutto dai ladri, al punto che nel 1984, dopo il saccheggio di ben 37 tele dell'Ottocento napoletano, apparve necessario un massiccio trasferimento nei depositi della Soprintendenza. Lo shock fu, in un certo senso, salutare, perché, in un momento di crisi di identità, segnò il punto di svolta con una presa di coscienza: per sopravvivere, la Scuola dovevano tornare a dialogare con la città. In una parola, l'Accademia doveva uscire fuori dall'Accademia. Una strategia che si è sviluppata attraverso collaborazioni ufficiali a grandi mostre, quali la ras-segna sulla "Civiltà dell'Ottocento" a Capodimonte, ma anche con azioni più bizzarre e meno irreggimentate, come le incursioni del collettivo "Quartapittura", fino ad approdare alla restituzione di un piccolo museo ormai tristemente iscritto all'elenco delle troppe bellezze negate e languenti sul suolo partenopeo. Anniversario di matrimonio con la città coronato dal battesimo, quella di oggi sarà comunque una festa alla quale sono tutti invitati, ballo di una gloriosa debuttante che per l'intera giornata trasformerà i propri laboratori in saloni di ricevimento per il pubblico, da conquistare non solo con i fasti del passato, ma anche con una serie di iniziative collaterali decisamente proiettate verso l'avvenire, che vanno da "Futuro-contemporaneo", mostra totalmente autogestita con 80 pittori coordinati da Salvatore Provino, alla nuova interpretazione, firmata da Fausto Falchi, del "Neapolitan Box" proposto da Ciriaco Campus, all'inaugurazione della nuova sezione video, con preziose testimonianze d'artista affidate a supporti multimediali aventi chiare finalità didattiche. Nessuna operazione-nostalgia, dunque. Semmai, come sottolinea la direttrice della Galleria Aurora Spinosa, la conferma di un progetto: ricordare a tutti, anche a se stessi, come l'Accademia sia un «laboratorio vivo ed attivo di un processo creativo che continuamente si rinnova». All'inaugurazione di oggi pomeriggio è prevista la presenza del presidente della Regione Antonio Bassolino, del presidente della Provincia Bino Di Palma, dell'assessore alla cultura del Comune Rachele Furfaro, del Soprintendente speciale per il Polo museale napoletano Nicola Spinosa, del Soprintendente ai beni architettonici per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Napoli e provincia Enrico Guglielmo; a fare gli onori di casa saranno Adolfo Maiello e Alfredo Scotti, rispettivamente presidente e direttore dell'Accademia, insieme alla direttrice della rinata Pinacoteca, Aurora Spinosa.
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