SICILIA - San Vito, scogliera distrutta per aprire un varco a mare la Repubblica 18 gennaio 2015
C'è, invece, uno sfregio perpetrato in quella che è un'area "marina di reperimento" e zona a protezione speciale, equiparata cioè a una vera e propria area protetta e dove qualunque opera va sottoposta alla procedura di valutazione di incidenza. "Il danno - dice Silvano Riggio, ex ordinario di Ecologia all'Università di Palermo - è molto più grave di quello che si possa credere dal punto di vista paesaggistico estetico e ambientale. Spero che vi sia una punizione esemplare che scoraggi altre operazioni del genere. Finora Macari, zona costituita da un'unità biologica e geologica di primaria importanza, era tra i pochi tratti di costa, della Sicilia occidentale rimasta intatta. Si tratta di una scogliera di calcarenite e di massi calcarei che si allarga sul litorale in una piattaforma di roccia vivente, che si estende fino alla battigia, costituita dall'agglomerato di milioni di conchiglie di un mollusco che vive in mari che hanno affinità tropicali. E' una formazione segnalata come una delle più importanti non solo del Mediterraneo e rappresenta l'anticamera delle barriere coralline. La piattaforma di Macari ha anche importanza climatologica perché è uno dei depositi di anidrite carbonica. Ci vorranno più di 50 anni prima che il tratto deturpato ritorni come prima".
Ma c'è anche l'ira degli ambientalisti che negli anni Settanta si mobilitarono insieme ai cittadini contro un insediamento petrolchimico che doveva sorgere proprio a Macari e che oggi sono rimasti basiti dalla furia devastatrice della ruspa. Franco Russo, padre storico delle riserve siciliane ed ex presidente regionale del Wwf parla di "un atto barbaro e selvaggio e di un attacco alla nostra identità che ci pone davanti alla mancanza di civiltà". "Le reazioni di rabbia che si stanno registrando da parte di tutti - dice - non erano scontate e rincuorano. E' importante mantenere alta l'attenzione e recuperare l'area sperando che la ricucitura avvenga in modo da far vedere la cicatrice il meno possibile. Credo, però, che sia importante che questo atto di inciviltà venga ricordato con una targa che indichi che in quel luogo è stato compiuto un attentato nei confronti dell'ambiente".
Per Luigi Culmone, presidente della sezione Legambiente di Alcamo , "è l'esito dell'abbrutimento e della faciloneria di questa terra in cui si scavano le montagne, si aprono accessi e dove ognuno è convinto di poter fare ciò che vuole". "E' necessario - dice - educare all'unicità della bellezza e incidere sulla psicologia dei siciliani facendo capire loro che investire sulla tutela dell'ambiente conviene a tutti. I cittadini devono essere i primi alleati delle forze dell'ordine nel segnalare i casi di violenza sull'ambiente. Dobbiamo tutti insieme sostenere una campagna per sistemare la zona e impedire che venga sfregiato il volto della Sicilia".
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