Stop a silenzio-assenso sui beni culturali. Beni culturali protetti da grandi opere. Rivisti i poteri dei commissari straordinari delle autostrade Giampiero Di Santo ItaliaOggi
Le commissioni bilancio e affari costituzionali camera rivedono il dl competitività. Oggi la fiducia
Fiducia in Senato, fiducia oggi alla Camera, di nuovo fiducia a palazzo Madama. Il decreto per il rilancio della competitività è pronto per il voto finale dell'assemblea di Montecitorio dopo le modifiche introdotte ieri dal governo, che ha cancellato il silenzio-assenso per la salvaguardia dei beni ambientali e culturali collegata alla realizzazione delle grandi opere, ridimensionato i poteri dei commissari straordinari per le autostrade ed eliminata la norma che avrebbe consentito al ministero dell'ambiente di stipulare con una società per azioni già esistente e controllata dallo stato una convenzione per le attività di difesa del suolo. È stata anche abolita la parte dell'articolo 11 sexies, che stabiliva i nuovi parametri di remunerazione per i produttori di energia da fonti rinnovabili. Tutte modifiche approvate dalle commissioni bilancio e affari costituzionali della camera, che hanno quindi dato il via al testo che oggi, con fiducia, sarà approvato dall'assemblea. Ma i cambiamenti, del resto inaugurati con la cancellazione dal testo della norma che avrebbe ridotto a sei anni la pena per il reato di bancarotta, costringeranno il decreto a un nuovo passaggio in senato. E ciò, come ha spiegato il ministro per i rapporti con il parlamento, Carlo Giovanardi, renderà inevitabile il ricorso al terzo voto di fiducia. «Il governo ha chiesto la fiducia per domani (oggi, ndr), perché il prossimo 15 maggio il decreto legge decadrà. Il provvedimento, quindi, dovrà essere convertito in legge in settimana e la fiducia è inevitabile anche in Senato». È stata poi la conferenza dei capigruppo della camera a stabilire il calendario dei lavori della seduta odierna, con le dichiarazioni di voto che avranno principio alle 12,30 e il voto vero e proprio che si terrà alle 14,30. Domani, il provvedimento tornerà al Senato, per il via libera definitivo. Le modifiche dell'ultima ora presentate dal governo attraverso il sottosegretario del ministero dell'economia, Giuseppe Vegas, insomma, hanno eliminato alcune delle norme che più avevano sollevato le proteste dell'opposizione di centro-sinistra e degli esperti di tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale. In particolare, i commissari straordinari per le opere autostradali, nell'affidare in appalto lavori, servizi e forniture, saranno tenuti a rispettare le normativa comunitaria di tutela del patrimonio artistico, e paesaggistico, mentre nella versione approvata dal senato sarebbero stati dotati di poteri eccezionali nel caso di rallentamenti o ritardi tali da non consentire il rispetto dei tempi previsti. Resta invece nel decreto, ma sarà oggetto di modifiche con il disegno di legge che contiene alcune delle norme previste dal piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale, la misura che sottopone al regime del silenzio assenso anche le autorizzazioni relative alla gestione dei beni culturali. Il ministro competente, Rocco Buttiglione, ha spiegato che «il progetto del governo non prevedeva il silenzio assenso per la gestione dei beni culturali, poi rientrato nel provvedimento attraverso un emendamento parlamentare». «Contiamo di ripristinare l'impostazione originaria nel disegno di legge che accompagna il decreto sulla competitività». Nello stesso ddl potrebbero essere inserite le norme per l'archeologia preventiva, ha spiegato Buttiglione. «Diamo grande importanza a questa attività, che consentirà con costi bassi di realizzare una conoscenza preventiva utilizzando gli strumenti e la documentazione esistente per sapere prima cosa si può trovare quando si va a scavare». Ma le rassicurazioni del ministro dell'ambiente non hanno certo ridotto l'allarme, come ha sottolineate la presidente del Fai (Fondo pei l'ambiente italiano) Giulia Maria Mazzoni Crespi, che ha criticate duramente la misura che limita a 60 giorni il tempo di cui disporranno le soprintendenze per decidere se autorizzare o meno le attività economiche riguardanti il patrimonio artistico, monumentale, archeologico e paesaggistico. Mentre il capogruppo dei Ds in commissione ambiente della camera, Fabrizio Vigni, ha sottolineato che su «due questioni di particolare gravità per l'ambiente il governo è stato costretto a fare retromarcia».
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