(Milano) Non parte il Museo del Novecento. La gelateria Viel ferma la ristrutturazione dell'Arengario Oriana Liso La Repubblica - cronaca Milano
I lavori dovevano iniziare già lo scorso anno ma i negozianti si oppongono allo sfratto. Il Comune: colpa della burocrazia non efficace
È UNO dei grandi progetti della Milano che verrà, celebrato e atteso per colmare un vuoto nel panorama culturale milanese. Un progetto di ristrutturazione da 25 milioni di euro, firmato da un architetto di fama internazionale, per ospitare una collezione invidiabile. Un progetto che per ora annega, è il caso di dirlo, in un bicchiere di frullato. La storia è quella del palazzo dell'Arengario e di uno sparuto gruppo di negozianti che non hanno nessuna intenzione di sloggiare, neanche per fare posto al futuro Museo del Novecento. I lavori, in programma già un anno fa, non sono mai partiti: i commercianti mostrano regolari contratti d'affitto, il Comune risponde che devono andare via, anche con le cattive maniere. Eppure sembra dipendere proprio da una scarsa collaborazione tra uffici comunali il ritardo della nascita del museo. L'idea era stata accarezzata dal Comune per anni. Milano, una delle capitali dell'arte del 900, dal Futurismo a Lucio Fontana, possiede una ricca collezione d'arte moderna ma non uno spazio dove ospitarla. Una sede adatta, in effetti, c'era. L'Arengario, sottoutilizzato, con un restyling sarebbe stato perfetto. Il progetto prese forma alla fine degli anni Novanta. Prima un bando di gara internazionale, poi l'assegnazione dell'appalto all'architetto Italo Rota, nel 2001. A settembre 2003 venne approvato il progetto esecutivo: inizio lavori nella primavera del 2004, fine per il 2007. Ma poi, è arrivato l'ostacolo. Il piano terra dell'Arengario è da sempre, o quasi, occupato da negozi e attività. Un gelataio -lo storico Viel-, un gioielliere, un piccolo atelier d'arte. E poi gli uffici di Milanosport e dell'Atp, in attesa di trovare sedi altrettanto centrali. L'assessorato alla Cultura aveva chiesto al Demanio di non rinnovare i contratti, per liberarsi degli scomodi inquilini. Ma con un ricorso il proprietario di Viel ha ottenuto una proroga fino a marzo scorso. Ora il Comune starebbe pensando a un contro ricorso o, più probabilmente, ad un esproprio "locativo", perché il museo è opera di pubblica utilità. Intanto i lavori sono fermi, né si può fare il bando di gara per gli appalti dei lavori, il cui inizio è rinviato a settembre. Se questa data dovesse essere quella giusta, il Comune spera di recuperare tempo in corso d'opera, per consegnare il museo fra due anni. «Non è uno scandalo, ma l'anomalia di una burocrazia non efficace», è la constatazione dell'architetto Rota. Che aggiunge: «Per un paese normale l'Arengario sarebbe un orgoglio, per noi diventa un problema di uffici, che supera la volontà di qualsiasi amministrazione».
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