Le arti della salute e la salute dell’arte Vittorio Emiliani l'Unità 20/04/2005
Sarà esposto a Roma un prezioso lavoro di catalogazione, restauro e riuso di ospedali storici realizzato in Emilia Romagna
Certe Regioni italiane, come il Lazio, gli ospedali magari li cartolarizzano, o li vendono, per poi riaffittarli. Altre, in testa l’Emilia-Romagna, i loro antichi ospedali, lazzaretti, manicomi, li censiscono, li restaurano, li riusano a fini pubblici. Museali per lo più. Quattro anni fa la Giunta regionale dell’Emilia- Romagna presieduta da Vasco Errani, riconfermato alla grande, assessore alla Sanità l’ottimo Giovanni Bissoni, decise e subito finanziò un programma quadriennale di lavoro coordinato da Graziano Campanini, dirigente Asl, un lungo passato di assessore alla cultura. Esso si innestava su di una tradizione almeno trentennale: in Emilia-Romagna, Soprintendenze (fin dai tempi di Cesare Gnudi, unmaestro), Regione, Comuni, Province, Istituto Regionale per i Beni culturali (presieduto ora da Ezio Raimondi) e Chiesa avevano già fruttuosamente collaborato per censimenti e catalogazioni. Dal programma al difficile lavoro sul campo. Che ha consentito di catalogare ben 102 edifici storici della salute e 1.485 beni culturali tuttora appartenenti alle Asl. Un autentico viaggio dentro antichi palazzi, alcuni dei quali ospitano tuttora servizi sanitari : per esempio, a Faenza, o a Imola dove esiste anche una Farmacia settecentesca del tutto integra. Oppure dentro ville storiche, come laMazzacorati di Bologna (con teatrino del ’700). E naturalmente chiese, cappelle, affreschi, pale d’altare (Garofalo, Bastianino, Gaetano Gandolfi, Sebastiano Ricci, e altri). Con alcune vette dell’arte devozionale qual è il Compianto di Niccolò dell’Arca tuttora nella chiesa di Santa Maria della Vita (proprietà Asl), ex Ospedale della Vita che, nel cuore medievale di Bologna, era contiguo all’Ospedale della Morte divenuto, nel tempo, Civico Museo Archeologico e Archiginnasio sotto il Pavaglione. Per non parlare dei materiali e degli strumenti scientifici ancora rinvenuti e salvati, insieme alle ceramiche, ai vasi di farmacia, altrimenti dispersi chissà dove. «Un grande lavoro, un modello per il Paese, che ci fa riflettere sul rapporto fra comunità, arte e salute, fra diritto alla cultura e diritto alla salute. Entrambi da garantire. Scelta strategica in un Paese dove ormai si parla soprattutto di numeri, e di soldi», ha detto ieri mattina il presidente Errani presentando ai Musei Capitolini di Roma la catalogazione, il restauro e la mostra che si aprirà a Bologna dal 30 aprile al 17 luglio (ben 250 opere) curata dallo stesso Campanini, da Micaela Guarino e da Gabriella Lippi. L’esposizione Le Arti della Salute consentirà di riunificare, dopo secoli, gli ex ospedali bolognesi della Morte e della Vita. I suoi visitatori potranno cogliere da carte e fotografie le tipologie architettoniche dei luoghi di cura, dal Medio Evo (Pinotto Pinotti finanziò nel 1374 il primo spedale reggiano) al primo Novecento, passando per quel fine ’700 riformatore in cui nacque la sanità moderna con architetti quali Antolini e Pistocchi. Ci sarà ovviamente una mappa dei luoghi storici della sanità, da Piacenza a Ravenna, a Ferrara, a Rimini. Luoghi già restaurati, aperti al pubblico nelle giornate del Fai con un’affluenza straordinaria. Nel Museo della Sanità già operante in Santa Maria della Vita saranno organizzate sezioni dedicate alle spezierie, ai teatri anatomici, ai modelli didattici. Ci saranno inoltre «chicche» quali una farmacia portatile del ’700, o dipinti considerati perduti (ne hanno parlato Guarino e Lippi), come un probabile Agostino Carracci riemerso dai restauri. «Una tutela attiva, capillare, attuata in collaborazione con la conferenza episcopale regionale», ha voluto rimarcare Alessandro Zucchini, direttore dell’Istituto Regionale Beni Culturali. Il grande catalogo approntato per il 17 maggio consentirà di ripercorrere una storia secolare di bellezza, di fede religiosa e di impegno laico, uniti nel segno dell’arte e della solidarietà. «Vogliamo ridare attualità all’anima solidale, così importante necessaria nella cura dei malati», ha sottolineato il coordinatore Campanini. Vasco Errani ha ieri ribadito l’idea-forza, in parte già realtà, di un sistema museale della sanità collegato ai 380-390 musei della regione. In numerose Asl si sono tenuti corsi di formazione per operatori del ramo museale. Si lavora sulle ex strutture psichiatriche regionali (Reggio, Imola, ecc.) per altri itinerari. Poi ci sono le bibliotechemedico-scientifiche, pubbliche e private, ci sono gli archivi. Insomma, andrà avanti quest’opera di ricerca, di studio, di conservazione, di restituzione al pubblico. Un’opera che già pone l’Emilia-Romagna all’avanguardia nel nostro Paese, al passo coi Paesi europei più avanzati e consapevoli.
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