Milano. Tagli alla cultura, via anche Caroli Alessia Galuone la Repubblica, Milano, 19/4/2005
Un'altra tempesta si abbatte sulla cultura di Milano. Palazzo Marino non rinnova il contratto a Flavio Caroli, il responsabile scientifico delle mostre allestite negli ultimi otto anni a Palazzo Reale. E lui se ne va sbattendo la porta e lanciando un allarme per il futuro dello spazio espositivo e dell'arte, mortificata «da scarsa capacità comunicativa, da mancanza di strutture organizzative e di soldi». Accuse amplificate dai banchi del consiglio comunale. Da destra, con An e Forza Italia che chiedono conto delle altre consulenze. Mentre l'Unione condanna l'allontanamento di Caroli come «l'ennesimo capitolo del declino delle politiche culturali di Alberimi». Motivi «burocratici», si giustificano in Comune. Già emersi, dicono, durante la gestione dell'ex assessore Carrubba. Tutta colpa della Finanziaria che non permette l'affidamento di incarichi di consulenza se si può contare su figure interne. È lo stesse sindaco Gabriele Albertini a ribadire: «Sono queste le ragioni, non altre. Confidiamo di continuare un rapporto di collaborazione così importante». Un auspicio espresso anche dall'assessore alla Cultura, Stefano Zecchi: «Non ho mai mandato via nessuno, nemmeno un bidello. Avevo proposto a Caroli incarichi a progetto per singole mostre. Lui ha rifiutato per riservarsi la possibilità di organizzare conferenze. Contrariamente a quanto ha affermato, però, Palazzo Reale dispone di strutture di pregio». Ma per molti, l'addio di Caroli rappresenta qualcosa di più. A cominciare dall'ex assessore Salvatore Carrubba: «Volevo rinnovare il suo incarico perché ritenevo che non ci fossero competenze analoghe. Il dispiacere è per la città. Sta procedendo una linea già avviata, una logica burocratica che non fa bene alla cultura. Pensare a un'attività di livello internazionale senza risorse, anche umane, è un'illusione». Dura An. La presidente della commissione Cultura, Carla De Albertis, convocherà una riunione sulla «gestione di Palazzo Reale, per chiedere quali siano le persone che sostituiranno Caroli e qual è il piano futuro». Va oltre il capogruppo Stefano Di Martino: «Sono costernato. Se non si può rinnovare il suo contratto voglio capire se sarà lo stesso per gli altri consulenti di Palazzo Marino, compresi quelli del gabinetto del sindaco». A interrogarsi è anche Forza Italia, con il capogruppo azzurro, Manfredi Palmeri: «Se è un problema burocratico lo si superi. Se la scelta è di merito è inaccettabile: così si impoverisce l'intera offerta culturale». Anche l'opposizione va all'attacco. «Questo è solo l'ultimo episodio della scarsa attenzione che questa giunta dimostra verso la cultura. Dopo aver perduto la metà del bilancio e collezionato opere incompiute, adesso è la volta di Palazzo Reale», accusa il capogruppo dei Ds, Emanuele Fiano. Quella che ha coinvolto Caroli è «una scelta politica» anche per Andrea Fanzago, capogruppo della Margherita. Una scelta che nasconde «mancanza di fondi», ma anche di progetti, dice Giovanni Occhi (Re): «Gli uomini di Carrubba stanno pagando. Se volevano rilanciare la cultura si poteva scegliere un assessore con più coraggio e idee».
|