Napoli. Assistenti museali bloccano l’Archeologico il Giornale di Napoli, 19/4/2005
Sono stati assunti dopo aver sostenuto un concorso pubblico, hanno le qualifiche adatte a ricoprire incarichi di assistenza all'interno dei musei, ma per sei anni hanno lavorato soltanto part-time e adesso rischiano di pagare quel taglio del 5% imposto dalla Finanziaria e che va a ricadere su tutti i Ministeri.. Per esprimere quello che è più di un semplice disagio ieri mattina una cinquantina di tecnici museali, hanno bloccato l'ingresso del Museo Archeologico Nazionale. La richiesta avanzata a gran voce è di essere utilizzati a tempo pieno. Gli assistenti tecnici museali hanno inoltre sottolineato l'importanza del ruolo che rivestono, consentendo con il loro lavoro, spesso, il normale funzionamento delle strutture. Un braccio di ferro che, una volta giunti all'accordo di riaprire il museo, prosegue adesso, a oltranza, con uno sciopero bianco fino alla soluzione della vertenza. «I tagli del 5% che debbono essere applicati a tutto il personale del pubblico impiego, - hanno detto coralmente - e quindi anche a quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, rischiano di ricadere soltanto sugli assistenti tecnici museali. Dopo 6 anni di lavoro precario e part-time, - hanno sottolineato - queste nuove figure professionali, assunte con concorso pubblico e qualificate per la valorizzazione della fruizione del patrimonio artistico e culturale italiano, rischiano di vedere mortificate le loro giuste aspirazioni di assunzione a tempo pieno». L'iniziativa di bloccare l'ingresso del museo è nata affinchè la stampa si occupi del loro caso, del loro disagio e di una situazione che fino a questo momento è passata sotto tono. Gli Atm hanno ricevuto, sempre nella giornata di ieri, dal segretario provinciale della Cgil funzione pubblica, Pugliese, la rassicurazione che in tempi brevi, entro il 30 aprile è stato poi precisato, verrà organizzato un incontro con la segreteria nazionale Cgil. Ma non basta ancora secondo i diretti interessati che temono una falcidazione dei posti di lavoro e una rimozione di massa.
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