Le novità dal Museo Pepoli - Ricco di reperti archeologici non esposti, si allargherà con la realizzazione di una sezione Antonino Filippi La Sicilia.it
Il Museo Regionale «Pepoli» rappresenta il maggiore, se non l'unico, contenitore di opere d'arte della città ma da diversi anni la sezione archeologica, assai rilevante poiché raccoglie testimonianze antiche, dalla preistoria al Medioevo, di tutta la provincia di Trapani, non è più fruibile al pubblico. Ne abbiamo parlato con il direttore del museo, la dott.ssa Maria Luisa Famà: «Fin dall'atto della riedizione del museo nel 1965, eseguita dall'allora direttore Vincenzo Scuderi - dice - su progetto dell'architetto Minissi, era stata realizzata una sala dedicata all'archeologia, all'interno della quale era stata esposta una piccola selezione di materiali basata su criteri di tipo estetico. Questa sala, insieme a quella dedicata alla raccolta numismatica e alla contigua sala dei reperti risorgimentali, fu chiusa nel 1996 a causa di infiltrazioni d'acqua dal tetto che non rendevano più agibili i locali. Da quando mi sono insediata nel 1999, mi sono subito attivata per la riparazione del tetto di quest'ala del museo». Perché la sala non è stata riaperta al pubblico? «Fra le priorità che ereditai subentrando come direttore del museo, su tutte vi era quella della sicurezza dell'intera struttura. Quindi il primo progetto, finanziato nell'ambito del Por 2000-2006 che è tutt'ora in corso, ha avuto come obiettivo il trasferimento della biblioteca dal primo piano al piano terra, in modo da rendere la nuova biblioteca più sicura e meglio fruibile; inoltre, è iniziata un'opera di sistemazione degli uffici e dei magazzini con la scoperta di moltissimi materiali editi ed inediti». E', quindi, in progetto un nuovo allestimento della sezione archeologica? «Il progetto è in itinere anch'esso con finanziamento Por. Infatti, è già da tempo iniziato un lavoro di schedatura e di documentazione fotografica di tutti i materiali, che sono oltre 5000, conservati nei magazzini del museo. Questo lavoro, trattandosi di un numero considerevole di manufatti inediti, vasi e frammenti in ceramica, oggetti in bronzo e molto altro, ha richiesto una notevole quantità di tempo. Contestualmente alla schedatura dei materiali, insieme all'architetto Enrico Caruso, progettista e direttore dei due lavori in corso nel museo, allo scopo di creare una più ampia sezione archeologica, abbiamo iniziato a progettare l'allestimento del nuovo spazio che comprenderà anche la sala prima dedicata al Risorgimento, i cui materiali saranno trasferiti al piano terra. Il progetto intende esporre e documentare almeno il 60% del materiale disponibile, ordinato secondo criteri topografici, in modo da illustrare il territorio archeologico suddividendolo per località».
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