BARI-Punta Perotti, via libera: «Ora si può ricostruire» n. sign. Gazzetta del Mezzogiorno-Puglia, 19/03/2014
A Punta Perotti si potrà costruire. Il via libera è arrivato ieri sera in Consiglio comunale con l’approvazione della delibera di adeguamento del Piano regolatore generale al Putt/p, il piano tematico del paesaggio.
A sbloccare la situazione è l’emendamento presentato dalla maggioranza, a firma del sindaco Emiliano, che integra due articoli delle Nome tecniche di attuazione per ammettere «gli interventi previsti da piani integrati di rigenerazione urbana», se risultano «incluse negli ambiti già individuati dal documento preliminare di rigenerazione urbana».
Di fatto, i due articoli 71.2 e 71.3 delle Nta che avrebbero reso inedificabile l’area vengono disinnescati. Erano l’ultimo, eventuale ostacolo al progetto che il consorzio tra i costruttori Matarrese e Andidero hanno presentato un mese fa al Comune per costruire nuovi palazzi a Punta Perotti dopo la restituzione dei suoli ai proprietari, per effetto della sentenza della Corte europea di Strasburgo.
La Gazzetta ha già descritto i tratti salienti del progetto, o meglio dello studio di fattibilità predisposto dall’architetto milanese Ottavio Di Blasi. Una proposta che, infatti, allarga lo sguardo ben oltre l’area di Punta Perotti, fino a Torre Carnosa, come è richiesto da un piano di rigenerazione urbana. L’idea consiste nel far arretrare i palazzi rispetto alla costa, per realizzare un parco urbano lungo due chilometri e mezzo e grande quasi 20 ettari. I progetto limita le altezze dei palazzi tra i 26 e i 35 metri, comunque al di sotto dell’altezza massima consentita dal piano regoltore è di 40 metri. In sostanza, lì dove sarebbe possibile costruire 5 metri cubi per ogni metri quadrato, le imprese si accontentano di realizzarne meno di 4. Tutto ciò è possibile - sottolinea l’architetto Di Balsi, grazie allo spostamento dei binari previsto dall’accordo sul «Nodo ferroviario». La proposta, insomma, punta ad affermare il diritto dei proprietario dei suoli a ricostruire i palazzi demoliti nell’aprile del 2006 e al tempo stesso a non cancellare del tutto il parco realizzato sette anno fa al posto delle macerie.
Il caso di Punta Perotti è clamoroso, ma la delibera approvata ieri con gli emendamenti investe altre zone della città, zone edificabili, ma su cui ricadono i vincoli paeaggistici. Archiviata la polemica sul «vincolo diffuso» nei quartieri centrali San Nicola, Murat, Madonnella e Libertà (la delibera regionale di salvaguardia è decaduta dopo due e sentenze del Tar). Restano però i vincoli su centinaia di singoli fabbricati, individuati dall’ufficio tecnico in un censimento e dichiarati non sostituibili, perché di valore storico e architettonico. In definitiva, nel confronto con la Regione e con la Soprintendenza ai Beni architettonici e del paesaggio, l’ha spuntata Palazzo di città. Anche se la Regione Puglia - ha ricordato il direttore della Ripartizione iunbankistcia Anna Maria Curcuruto - potrà sempre imporre un vincolo. «Ci auguriamo però che la Regione ritenga sufficiente il nostro regime di tutela»
Un altro emendamento sul quale si è sviluppato il dibattito (è stato approvato alla unanimità) è quello che ha ridimensionato la fascia di rispetto dei canali artificiali, così come previsto nel piano paesaggistico regionale e riportandola alla dimensione dei 30 metri: una decisione che interessa in particolare i suoli edificabili di Carbonara.
La delibera è stata illustrata dall’assessore all’Urbanistica Elio Sannicandro: «Con questo atto, che è un atto dovuto, il Comune di Bari può finalmente considerarsi virtuoso e perciò sul territorio di Bari non saranno applicate le norme di salvaguardia previste dal piano paesaggistico regionale. Le procedure di approvazione dei progetti saranno più rapide: basterà ora un unico passaggio».
A sostegno della delibera sono intervenuti tra gli altri Carlo Paolini (Gruppo misto), Federico Pirro (da ieri nel gruppo Pd; era nell’Idv) e Roberto Carbone (Pd) che ha sottolineato la necessità di regole chiare perché «non esistono vincoli di destra e vincoli di sinistra».
Non sono mancate le critiche dai banchi dell’opposizione, che pure sugli emendamenti della maggioranza si è astenuta quando non ha votato a favore. Il consigliere Giuseppe Loiacono (Forza Italia) ha preso più di una volta la parola, per criticare la generale impostazione vincolistica che riduce le possibilità di costruire rispetto al piano regolatore che prefigurava una città di 600mila abitanti. Contro l’opinione diffusa, secondo Loiacono «le previsioni di Quaroni non erano sballate, ma più che fondate», perché il vano per abitante considerato allora andrebbe sostituito oggi con il coefficiente di un vano e mezzo. «Auspico che i terreni edificabili, nel rispetto dei vincoli, restino edificabili», ha spiegato Loiacono.
Chiusura preelettorale di Ninni Cea (Forza Italia): «La proposta di delibera in una materia fondamentale, che interessa tutti i cittadini, proprietari e no, che doveva essere il fiore all’occhiello dell’amministrazione, oggi la maggioranza di centrosinistra la approva con meno di 20 consiglieri e solo per fedeltà». La delibera è stata infatti approvata con 18 sì, 7 voti contrari e un astenuto. |