Casa della scherma, stesso iter della Galleria Borghese Alessandro Capponi Corriere della Sera - cronaca Roma 16/4/2005
La Casa della scherma come la Galleria Borghese: il Campidoglio, insomma, è disponibile a «fare la propria parte, a offrire tutta la collaborazione necessaria» per far sì che l'edificio di Moretti «torni finalmente alla città, ai romani». Fu così anche per la Galleria Borghese, altro caso nel quale, «al di là delle divisioni tra Stato ed enti locali», la collaborazione tra Demanio e Campidoglio fu vincente. E allora non è un caso che l'assessore alla Cultura, Gianni Borgna, citi proprio quell'esempio: perché è vero, ci vollero quattordici anni per restituire ai romani la Galleria, e Roma, adesso, sulla Casa della scherma ha le idee chiare: «È passato già troppo tempo». Oltretutto, per l'intera zona sta per essere firmato il protocollo d'intesa tra Coni, Comune, Regione e Sovrintendenza. «La firma nelle prossime settimane - dice l'assessore all'Urbanistica, Roberto Morassut - e in pochi mesi via ai lavori per far sì che l'Olimpico crei reddito. Nel complesso, l'operazione trasformerà tutta l'area in una zona per il pubblico, dedicata a cultura e sport». Insomma, il Foro Italico, Casa della scherma compresa, è destinato, a breve, a cambiare. La Casa della scherma, del 1936 - proprio di fronte all'Ostello della Gioventù, nell'area del Foro Italico - ha una storia avvilente; una delle più importanti opere dell'architettura italiana del XX secolo, è stata prima adibita ad aula bunker durante gli anni di piombo e poi, e siamo al presente, ridotta a magazzino, archivio giudiziario e, all'occorrenza, ufficio per verifiche elettorali In un giorno normale, lì dentro, c'è una caserma che ospita una trentina di carabinieri, nient'altro. L'aspetto è quello di un fortino, così circondato da sbarre e transenne. Il ministero della Giustizia per la struttura razionalista, prevede ancora «attività collaterali». Ma dopo l'appello unanime lanciato dal mondo della cultura (sul Corriere della Sera di martedì), adesso è la volta del Campidoglio. L'assessore Borgna dice che «è ora di restituire questo gioiello architettonico ai suoi scopi originari, o anche ad attività museali». Il Comune, con la voce dell'assessore alla Cultura, si dice «pronto a collaborare con il Ministero». Per far capire in cosa consista la collaborazione offerta dal Campidoglio, Borgna cita ancora la Galleria Borghese: «Anche in quell'occasione, per far sì che tutto si risolvesse, c'è voluto l'interessamento e il lavoro della città. Quando si deve recuperare e riaprire alla cittadinanza una struttura tanto importante, com'era la Galleria Borghese e com'è la struttura di Moretti, il contributo del Campidoglio è decisivo». Una vicenda, questa, che già in passato il Campidoglio ha cercato di risolvere: «Se ne occupò l'allora sindaco Rutelli, senza successo. E anche in seguito sono stati fatti tentativi». Stavolta, però, si potrebbe arrivare ad una svolta: «Noi, come detto, siamo pronti a rendere funzionante tutto il necessario». Ma non solo: «Siamo disponibili anche ad un incontro col Ministero, per discutere delle finalità e dei progetti allo studio». Nel frattempo, dice l'assessore all'Urbanistica Roberto Morassut, ci sono già stati «vari colloqui con il presidente del Tribunale, Luigi Scotti, che si è reso disponibilissimo a trasferire gli uffici». Non ha parlato con i vertici dei carabinieri, ma «indirettamente so che anche l'Arma è più che disponibile a trovare una sistemazione alternativa». Insomma, visti tutti i pareri favorevoli, questa potrebbe essere la stoccata decisiva per far tornare la «Casa della Scherma» ai cittadini.
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