Pinault sposa Palazzo Grassi, ma la sua dote è in forse Serena Spinazzi Lucchesi Corriere del Veneto 15APR2005
Palazzo Grassi parlerà francese. Fatto sfumare l'accordo con il finanziere ligure Terruzzi, il magnate del lusso d'oltralpe Francois Pinault si è aggiudicato per 30 milioni di euro il controllo del gioiellino sul Canal Grande, per tanti anni fiore all'occhiello di casa Fiat. Ieri il doppio blitz, prima in laguna e poi a Milano, che ha di fatto chiuso la partita. In mattinata nella sede di terraferma del Casinò, si era riunito il consiglio di amministrazione della Casa da gioco, già impegnata per conto del Comune ad acquistare da Fiat il 51 per cento del Palazzo per 15 milioni di euro. Il cda con 4 voti su 5 per l'assenza di un consigliere, ha approvato le linee della proposta avanzata da Pinault. Subito dopo il presidente del Casinò Giorgio Piantini si è messo in viaggio per raggiungere a Milano l'avvocato Carlo Pedersoli, che cura gli interessi del gruppo francese in Italia, e mettere nero su bianco l'accordo quadro. Il finanziere francese, proprietario del gruppo Ppr (Fnac, Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta) verserà al Casinò 30 milioni di euro (Terrazzi ne offriva 28 per l'acquisto del 95 per cento). In cambio otterrà il controllo dell'80 per cento della società Palazzo Grassi spa, di proprietà del Casinò e a sua volta proprietaria del Palazzo. Il resto rimarrà alla casa da gioco, consentendo così, almeno sulla carta, al Comune, di avere voce in capitolo nella gestione delle attività espositive. Alla direzione arriverà con ogni probabilità Jean Jacques Aillagon, ex ministro della Cultura francese, che lo scorso anno aveva redatto un piano strategico per il palazzo insieme al direttore dei Musei Civici Giandomenico Romanelli e all'assessore alla Cultura Armando Peres. Pinault garantirà la copertura del 95 per cento delle spese di gestione, mentre il Casinò si prenderà carico del restante 5 per cento. E fra 99 anni il Palazzo tornerà al Comune per la cifra simbolica di un euro. Sarà il successore di Paolo Costa, dopo il ballottaggio di domenica, a porre il sigillo sull'acquisto nel corso della convocazione dell'assemblea dei soci, il 28 o il 29 aprile prossimi. Un passaggio non formalmente necessario, visto che l'assemblea a dicembre aveva dato ampio mandato al Consiglio, ma richiesto dallo stesso Pinault con una mossa dettata da ragioni diplomatiche nei confronti del futuro primo cittadino. Intanto il sindaco Costa, che aveva guardato con non troppo favore all'accordo con Terrazzi, esprime la sua soddisfazione per un «accordo quanto mai vantaggioso per Palazzo Grassi e per la citta. Un accordo che, come convenuto, sarà consegnato nelle mani del nuovo sindaco». Perplessità invece dai sindacati: l'operazione, dicono «sarà a totale vantaggio del Casinò» e senza ricadute sul suo bilancio. Per rispettare la volontà di Pinault alla riservatezza, anche il Casinò non entra nei dettagli, ma parla solo di proposta «vantaggiosa» che «consentirà di evitare qualsiasi ricaduta negativa sul Bilancio della Casa da Gioco». Dall'operazione il Casinò guadagnerà sei milioni di euro, oltre al fatto che Finterò palazzo sarà libero per le esposizioni d'arte, compreso il piano nobile che invece l'ex re del nichel Terrazzi chiedeva per esporre la sua collezione. Pinault per la sua raccolta d'arte moderna si «accontenterà» del teatrino da restaurare, dove eventualmente porterà anche qualche passerella d'alta moda. Ma non è detto che la collezione Pinault arrivi in laguna (come previsto dall'accordo quadro), visto che in Francia sarebbe emersa una forte opposizione del presidente Jacques Chirac a veder uscire dai propri confini capolavori inestimabili dei vari Gaugin, Mirò, Mondrian.
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