Napoli, Città della Scienza. La ministra Giannini: sgarbo al Governo e ai cittadini Rosanna Lampugnani Corriere del Mezzogiorno 6/3/2014
ROMA — Le parole sono misurate, come si confà a chi è titolare di un ministero. Comunque Stefania Giannini, ministra per l'Istruzione, ritorna sull'episodio della Città della scienza per ribadire che «resta l'amaro in bocca perché una giornata di festa si è trasformata in un nulla di fatto». Infatti invano ha atteso - seduta in prima fila nella sala Newton, dove avrebbe dovuto apporre anche la propria firma sull'accordo per far partire la ricostruzione del museo scientifico di Bagnoli, distrutto un anno fa da un incendio doloso - l'arrivo del sindaco e del governatore. Aggiunge Giannini: «Avremmo preferito, sia io come ministro che il governo che rappresento, trovarci di fronte a un accordo concluso invece che a un testo ancora da perfezionare nei dettagli, perché la nostra concretezza richiede altrettanta concretezza da parte degli enti locali». Ma così non è stato. Già perché, come sottolineato da Giannini, ad attendere per due ore il materializzarsi degli interlocutori locali, non era solo la titolare di un dicastero, ma la rappresentante del governo. L'offesa - questa la parola corretta anche se non pronunciata pubblicamente - è stata pesante, si è trattato «di uno sgarbo al governo italiano». Resta però l'auspicio che «in tempi brevi venga raggiunta quella sintesi che rappresenta il punto di partenza per un progetto di rinascita culturale, scientifico e sociale per Napoli, la Campania e l'Italia»; e quindi la conclusione: «Ciò non può e non deve confliggere con le legittime aspettative dei cittadini napoletani che, amando la loro città più di ogni altra cosa, chiedono rispetto per il contesto paesaggistico» .
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