Sicilia: Tecnologia, isola senza scavi Emanuela Rotondo MF SICILIA, 14/04/2005
del 14 Aprile 2005 di Addio agli scavi a cielo aperto. Il futuro è nella «trench-less technology», la tecnica innovativa che permette la realizzazione di impianti a rete senza danneggiare l'ambiente, il paesaggio e tanto meno i beni archeologici nascosti nel sottosuolo. Si tratta di tecnologie poco in-vasive (dette anche «no-dig») e a basso impatto ambientale, utili soprattutto in zone in cui iniziare uno scavo equivale a ritrovare reperti di antiche civiltà. Come nel caso della Sicilia. L'isola, infatti, fungerà da testa di ponte con gli altri paesi del Mediterraneo per la diffusione della «trenchless technology». Di tutto questo si è parlato ieri a Palermo a palazzo Belmonte Riso nel corso del convegno internazionale sullo «Sviluppo e opportunità delle tecnologie no-dig nei paesi del Mediterraneo».
L'incontro, che si conclude oggi con due tavole rotonde, è organizzato dall'assessorato regionale ai beni culturali e dal Centro regionale per la progettazione e il restauro, in collaborazione con la Iatt (Italian asso-ciation for trenchless technology), l'associazione che dal 1994 si occupa di promuovere la metodologia no-dig.
La nuova tecnologia si avvale dell'uso di un georadar per la lettura delle stratificazioni ipogee e, tramite delle sonde sotterranee teleguidate, si procede con la canalizzazione delle reti senza effettuare scavi invasivi E proprio dalla parte, infatti, dell’iniziativa di far conoscere le nuove tecnologie ai paesi del Mediterraneo. E lo fa iniziando dall'isola dove aprirà uno sportello Iatt Med presso la sede di Confindustria Sicilia, così come sottolineato ieri nel corso della prima sessione del convegno incentrata sul tema «La Sicilia come hub europeo per i paesi del mediterraneo». «La Iatt», ha commentato il presidente Paolo Trombetti, che ha aperto i lavori, «ha ottenuto dall'Istt (società internazionale, capofila nella diffusione della trenchless technology, ndr) il riconoscimento ufficiale per potere operare come tramite presso i paesi del bacino del Mediterraneo insieme con i Sicindustria». «La Sicilia», ha sottolineato l'assessore regionale ai beni culturali, Alessandro Pagano, «si propone come trampolino di lancio per gli altri paesi del mediterraneo, sia per la sua posizione strategica che per la sua ricchezza paesaggistica e monumentale». «L'iniziativa», ha aggiunto, «può rappresentare, inoltre, un' ottima opportunità per il comparto indù- i striale siciliano e, più in generale, come base di collaborazione e sviluppo per le imprese della regione con le altre che si affacciano sul Mediterraneo».
La Sicilia, futura cerniera tra Europa e Nord Africa, ha già avuto esperienze nell'ambito delle tecnologie a basso impatto ambientale: solo la Telecom ha posato oltre 60 chilometri di cavo utilizzando queste tecniche di posa.
«La diffusione capillare dei servizi a rete», ha detto Pagano, «rappresentano un parametro di valutazione dello sviluppo di un paese e ci piace guardare alla Sicilia come appartenente a pieno titolo a un contesto Euromediterraneo». «Lavoreremo», ha concluso l'assessore, «per fare dell'isola un hub al centro del Mediterraneo dove progetti, merci, finanza e tecnologia si incontrano per poi raggiungere il paese di destinazione».
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